R.C.
Cronaca

L’emergenza Coronavirus ora volge al termine e la Svizzera scarica i frontalieri

Il consigliere di Stato Norman Gobbi chiede che innanzitutto si assumano i giovani del Ticino

Dogana

Sondrio, 22 aprile 2020 - Sembrava strano che con il ritorno, lento, alla normalità in Svizzera che il prossimo 27 aprile ha annunciato il lockdown e già lunedì ha riaperto i cantieri, non tornassero anche le polemiche sui frontalieri. Nel bel mezzo dell’emergenza le voci più polemiche si erano sopite, forse perché tanti medici e infermieri sono frontalieri italiani per non parlare di tutti i nostri connazionali impegnati nei cosiddetti settori essenziali che non hanno fatto neppure un giorno di riposo. Adesso che anche in Svizzera il Coronavirus fa un po’ meno paura i frontalieri sono tornati superflui.

«Chissà se questa emergenza sanitaria dovuta al virus Covid-19 ci farà cambiare paradigma, e finalmente considerare davvero prioritaria l’assunzione di personale residente in Ticino a vantaggio di tutta la nostra economia e in generale della nostra collettività – si interroga il consigliere di Stato Norman Gobbi, esponente di primo piano della Lega dei Ticinesi -. Dobbiamo richiamare l’attenzione dei datori di lavoro a una maggiore responsabilità nell’assunzione di personale, dare ad esempio più opportunità d’apprendistato ai nostri giovani per farli crescere in azienda, confermando loro il posto una volta terminato il tirocinio". No ai frontalieri insomma, tanto per cambiare. "Abbiamo assistito a una progressiva sostituzione di lavoratori a favore di frontalieri soprattutto nel settore terziario – conclude Gobbi -. E il passo più importante è legato al livello salariale, perché i residenti devono poter avere i mezzi finanziari sufficienti per vivere in Ticino. È un investimento per tutta la nostra comunità".