Ardenno, convivenza impossibile coi vicini: arrestata 54enne stalker

Arrestata dai carabinieri per una condanna divenuta definitiva. Tra gli illeciti contestati quelli di atti persecutori e violazione di domicilio

Tragedia sventata dai carabinieri  Arrestato pericoloso stalker  La perseguita armato di coltello

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I Carabinieri della caserma di Ardenno hanno eseguito un provvedimento di esecuzione di pene concorrenti nei confronti di un condannato, al momento, in stato di libertà, emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sondrio. Destinataria del provvedimento restrittivo è stata una donna di 54 anni, da tempo residente nella provincia valtellinese, in particolare in uno dei paesi (Ardenno, Forcola, Buglio in Monte e Val Masino) sotto la giurisdizione dei militari dell’Arma comandati dal luogotenente Fedele Striano, dipendente dalla Compagnia carabinieri di Sondrio guidata dal maggiore Nicola Leone.

Il provvedimento è scaturito a seguito delle condanne a complessivi due anni e tre mesi di reclusione per i reati di atti persecutori in concorso, lesioni personali, calunnia e violazione di domicilio. I fatti - secondo le indagini dei militari che hanno portato alle condanne nei processi, divenute definitive con il pronunciamento della Cassazione - risalgono all’anno 2015 quando, per questioni di vicinato, la 54enne Aurelia Paraschiv, un cognome che tradisce origini di uno Stato dell’Est Europa, forse Romania - ha tenuto una serie di comportamenti penalmente rilevanti nei confronti degli inquilini dell’appartamento soprastante a quello dove risiedeva con la propria famiglia.

La condannata in via definitiva, che secondo quanto si è potuto appurare risiederebbe ad Ardenno, dopo le formalità di rito, è stata condotta nel carcere “Bassone“ di Como per l’espiazione della pena. A Sondrio, infatti, nella Casa circondariale di via Caimi non esiste la sezione femminile. La condanna che la donna di origini straniere deve scontare non è elevata, motivo per il quale il proprio legale conta di ottenere a breve la sua scarcerazione, se esisteranno i presupposti, affinchè la propria assistita possa scontare la condanna con una misura alternativa alla detenzione dietro le sbarre, quale potrebbe essere la messa alla prova.

In sostanza, la vicina-stalker potrebbe evitare, forse, di restare per due anni e quattro mesi rinchiusa al “Bassone“ di Como, in cambio di un’attività di lavori socialmente utili da rendere alla società per la durata della pena da espiare, o poco meno.

Sulla vicenda, al momento, vige il massimo riserbo da parte dell’autorità giudiziaria e delle forze dell’ordine, motivo per il quale è impossibile avanzare certezze, ma unicamente previsioni con un certo livello di fondatezza.