"Ma che bel castello" recita la filastrocca, ma non a Erba dove negli ultimi vent’anni tutti i sindaci si sono trovati, chi più e chi meno, nell’elenco delle grane da sbrogliare quella del Castello di Pomerio, decisamente il più ingombrante tra i beni iscritti al patrimonio comunale.
La leggenda vuole che l’antico maniero alle porte della città risalga addirittura ai tempi dei Franchi, costruito come centro di avvistamento per poi divenire teatro, alcuni secoli dopo, di un’epica battaglia tra i Comuni e l’imperatore Federico Barbarossa. Un passato di fasti e un presente decisamente meno glorioso perché il castello, chiuso da tempo, negli ultimi anni ha ospitato banchetti per matrimoni, la miglior destinazione trovata dal Comune che almeno in questo modo si è pagato i conti per le spese di mantenimento. Lontani i fasti di quando, negli anni ’90, il castello trasformato in hotel di lusso ospitava vip e anche i ritiri di squadre blasonate come il Milan. Quando l’allora sindaco Filippo Pozzoli, della Lega Nord, lo acquistò nel 1999 ingaggiando una battaglia epica con l’immobiliare milanese Brioschi, consociata del gruppo Cabassi, agli erbesi costò 4 miliardi di lire. Oggi ci si accontenterebbe di venderlo per 2,7 milioni di euro, ma l’impresa non sarà semplice anche perché non è la prima volta che viene tentata. Già pochi anni dopo il suo acquisto, quando alla guida della città salì il centrosinistra, a liberarsi dell’ingombrante maniero tentò l’allora sindaco Enrico Ghioni, ma nessuno si fece avanti. Non andò meglio anni dopo a Marcella Tili, sindaco alla guida di una coalizione di centrodestra, adesso Mauro Caprani ha deciso di ritentare.