
La cuccia data alle fiamme e i due cani morti, Bobo e Lea
Albaredo (Sondrio), 25 giugno 2018 - La speranza è che una telecamera possa avere immortalato il volto dell'assassino dei due cani dati alle fiamme, nella notte fra sabato e domenica, ad Albaredo per San Marco, in Valtellina. La loro unica colpa è stata quella di abbaiare e ora sull'episodio indagano i carabinieri di Morbegno. A qualcuno evidentemente quel ripetuto latrare ha dato fastidio, in un paesino di poco più di 300 abitanti, a 1000 metri nel cuore del parco delle Orobie Valtellinesi, dove tutti si conoscono. Lo spinone Bobo e la femmina di segugio italiano Lea sono stati bruciati di notte e la mattina di domenica la padrona ha trovato la cuccia incenerita e le carcasse dei due animali.
"Sei convinto che le persone abbiano un cuore, una coscienza e un'anima - ha scritto Marzia Tarabini in un post diventato virale sui social network - e pensi che nel tuo piccolo paese di montagna certe cose non possano mai succedere. Invece devi ricrederti, quando scopri che una mano ignobile ha volontariamente bruciato vivi due cani che hanno commesso un unico errore: abbaiare. Bobo e Lea non hanno avuto scampo. Ma nessuno ha visto, nessuno ha sentito. Omertà totale, comportamento vigliacco comune a tanti, purtroppo. Chi ha ucciso i nostri cani - aggiunge la donna - merita soltanto disprezzo, non lo si può definire una bestia, vorrebbe dire offendere gli animali uccisi definirlo così".
Sull'atroce episodio che ha suscitato vasta indignazione nell'intera Valtellina e non solo, è intervenuto anche il vice sindaco di Albaredo, Patrizio del Nero, che condanna "la troppa omertà" e auspica "tolleranza zero per i responsabili che vanno assolutamente individuati". Intanto associazioni animalisti propongono l'istituzione di una taglia in denaro per chi sia in grado di fornire informazioni utili all'individuazione del responsabile.