Campione entra in Europa, tasse e caos made in Italy

L’exclave in territorio Svizzero dal 1° gennaio non ha più targhe e poste elvetiche. Al posto dell’Iva una gabella dell’8% sulle merci. Ma non si sa come applicarla

Al via i controlli doganali a Campione d'Italia

Al via i controlli doganali a Campione d'Italia

Como, 3 gennaio 2020 -  Venire a Campione d’Italia in questi giorni è un esercizio utile per capire come mai gli inglesi quattro anni fa hanno scelto la Brexit. Per la generazione Euro nata dopo gli accordi di Schengen e anche per noi, che siamo venuti al mondo quando l’Unione Europea era ancora un cantiere in costruzione attorno alla Ceca, il mercato comune è sempre stato un argomento fuori discussione, scontato come il caffè al bar la mattina. Invece tutto si basa su accordi, tasse e regole, un Moloch di burocrazia che dal primo gennaio ha colpito come il mare travolge uno scoglio la piccola Campione d’Italia che fino ad oggi si era beata del sua unicità di exclave italiana in Svizzera. Talmente piccola, neppure un chilometro quadrato di superficie, che negli accordi commerciali per la creazione del Mercato Comune e dell’Area doganale europea si erano dimenticati di lei.

Campione era Italia , ma non rientrava nello spazio doganale Ue, almeno finché a Bruxelles non si sono accorti dell’errore e hanno deciso di emendarlo, con buona pace del Governo italiano e di questa piccola comunità che dal 1 di gennaio si è trovata catapultata, suo malgrado, nell’area doganale europea. Così gente che era abituata a muoversi con le auto con targa Svizzera, spedire e ricevere la posta attraverso la precisissima posta elvetica, utilizzare un telefono con la sim comprata a Lugano e fare il prefisso per chiamare in Italia, si è ritrovata nell’Ue, ma all’interno di uno Stato, la Svizzera appunto, che non ha aderito alla Unione Europea. Una specie di Brexit al contrario dagli esiti ancora in buona parte da definire. L’unica cosa certa, almeno per ora, è che i campionesi continueranno a rimanere esenti dall’Iva, ma pagheranno l’Imposta locale sul consumo, una gabella che tassa all’8% "le forniture di beni e servizi, le prestazioni e le importazioni effettuate nel territorio del Comune per il consumo finale".

In vigore dalle mezzanotte del 1 gennaio per capire come denunciarla ci sarà tempo fino al 1 di aprile – non è uno scherzo – quando è previsto il regolamento attuativo che dovrà essere licenziato dal Mef. Poi c’è la questione della dogana che c’è, ma non si vede nel senso che i cittadini, di Campione come gli svizzeri, potranno essere controllati ogni volta che oltrepassano la linea di confine dalla Guardia di Finanza come dagli agenti della Dogana svizzera. Per la posta addio al vecchio cap CH 6911 che è diventato I 22061, così come l’ufficio è passato di consegna dalla Svizzera all’Italia con il risultato che un pacco spedito a Lugano, sull’altra sponda del lago, non ci metterà più un giorno ma tre perché dovrà andare a Como e poi a Roserio per fare di nuovo la strada al contrario. Come per gli inglesi con la Brexit meglio non chiedere ai campionesi di scegliere, con un referendum, da che parte stare.