CAMILLA MARTINA
Cronaca

Valtellina, Rigamonti bresaole: servono spazi

Obiettivo è un ampliamento di 7mila metri quadrati. Per l’ad Palladi ci sarà però un rallentamento della crescita

Rigamonti bresaole

Sondrio, 21 dicembre 2019 -  È un’ipotesi davvero remota l’ultima sul tavolo della Rigamonti. Per realizzare l’ampliamento di 7000 metri quadri, che servirà a investire nei prodotti affettati, lo storico salumificio valtellinese, ora di proprietà della multinazionale brasiliana Jbs, sta valutando con l’ex titolare Emilio Rigamonti un vecchio progetto per la riconversione dell’attuale sito di Montagna (uno dei 3 attivi).

«Emilio Rigamonti, con il quale sono in ottimi rapporti, mi ha mostrato il vecchio studio per la riqualificazione dello stabile. Lo stiamo vagliando ma devo essere onesto: per compatibilità economica lo vedo molto distante", precisa Claudio Palladi, amministratore delegato della società. "La riconversione richiederebbe un grosso investimento in quanto l’immobile, parliamo di 30mila metri quadri, è ben poco funzionale. È risaputo che prima o poi lo lasceremo. Nel nostro accordo con la proprietà l’affitto è di 10 anni, ma con la possibilità di disdire dando il preavviso di un solo anno". Vista la scarsa praticabilità della ristrutturazione, l’ipotesi più verosimile è che per l’ampliamento si utilizzi uno dei terreni disponibili. Sfumato, lo ricordiamo, quello di Poggiridenti, ne rimangono uno a Mazzo e altri nel mandamento di Sondrio.

"Ce ne stanno offrendo diversi, tutti da verificare. Vorremo lasciare come extrema ratio Mazzo, perché significherebbe allontanarci dagli sbocchi di mercato e chiedere uno spostamento maggiore ai dipendenti", chiarisce Palladi che, comunque, punta ad avviare iter e pratiche entro il 2020. Sempre con l’anno nuovo (gennaio per la precisione) verrà stabilizzata l’ultima tranche di assunzioni che porterà gli occupati stabili a oltre 170 (con gli interinali arrivano a più di 200) ai quali vanno aggiunte le 40 unità della neo acquisita Brianza salumi che, tra l’altro, grazie a un programma di crescita, a sua volta potrebbe aumentare l’organico.

È ormai lontana la crisi della realtà produttiva fondata nel 1913 in Valle; ora si parla di rilancio anche se il 2020 non sarà un anno facile, a causa dell’aumento del prezzo della materia prima conseguente all’incremento di richieste provenienti dai voraci mercati asiatici, Cina in testa. "Valuteremo l’impatto sul mercato della bresaola, ma mi aspetto un rallentamento della crescita", dice Palladi. Se poi si considera la plastic tax, le penalizzazioni potrebbero essere ancor più pesanti e incidere sul costo finale del prodotto. Certo è che la bresaola della Valtellina Igp va forte sul mercato. Tra i salumi è uno dei pochi in crescita: il suo trend è positivo, mediamente un 4,5% l’anno, anche grazie alle politiche di destagionalizzazione e a una promozione che punta sulla sua genuinità. Lo dimostrano i consumi: più 45% negli ultimi 20 anni. Otto italiani su dieci amano il salume tipico della Valtellina tanto che Rigamonti, a fronte di una produzione di 7.685 tonnellate di bresaola, ha fatturato nel 2018 130 milioni di euro, più 4,5% sul 2017. Ma a fare da traino in casa Rigamonti non è solo la bresaola tradizionale, anche vaschette, snack, combo, che coprono la metà della produzione, e i sempre più richiesti Bresaola 100% italiana e Black Angus. Mercato principale di riferimento è ancora l’Italia, ma si sta puntando tanto sull’export che al momento assorbe il 9% della produzione ed è concentrato prevalentemente in Europa. Tra gli obiettivi Stati Uniti d’America e Oriente, Singapore e Giappone in primis.