A Bormio è allarme docenti: pochi prof e corsi a rischio: "Qui nessun investimento"

Lettera aperta del preside dell'Alberti con i sindaci dell’Alta Valle e il Collegio per informare la popolazione dei problemi dell’istituto

L'Istituto Alberti di Bormio

L'Istituto Alberti di Bormio

La mancanza di docenti rischia di compromettere il buon funzionamento di alcuni corsi dell’Istituto Alberti di Bormio. La criticità l’hanno evidenziata il dirigente scolastico Bruno Spechenhauser, i sindaci dell’Alta Valle, il presidente della Comunità montana Alta Valle, i docenti e i genitori degli studenti attraverso una missiva, una lettera aperta, rivolta alla cittadinanza.

"Scevri dalla propensione alla polemica sterile – si legge nella missiva – vi rivolgiamo questo appello. L’anno scolastico corrente è iniziato sotto il peso di gravi criticità di organico che, nel corso dei primi mesi di lezione, sono andate via via aggravandosi pregiudicando sensibilmente la qualità dell’azione didattica, nonostante gli sforzi messi in campo, con grande professionalità, dal personale docente dell’Istituto. Non è nostra intenzione rivolgere accuse indiscriminate all’amministrazione scolastica territoriale, poiché siamo ben consapevoli che le cause di questa incresciosa situazione sono complesse e da ricercarsi nella progressiva e sconsiderata riduzione delle risorse destinate all’istruzione da parte della politica e degli organi centrali".

"Crediamo sia giusto - continua - che la cittadinanza sia consapevole delle gravi difficoltà con le quali la nostra quotidianità deve scendere a patti. Una quotidianità che non è quella dei numeri previsionali e dei parametri ministeriali, ma quella della scuola reale. La sezione dell’Istituto Professionale dell’I.I.S. Alberti si trova ad operare, quest’anno, con due sole classi prime e una classe terza articolata negli indirizzi di Sala e Vendita e di Accoglienza Turistica".

"Così viene compromessa l’efficacia dell’azione educativa. I numeri delle due classi iniziali sono tutt’altro che rassicuranti: sono state infatti autorizzate due sole sezioni, la I (30 studenti) e la G (30 studenti). La consistenza numerica delle classi prime è destinata fisiologicamente ad aumentare e il rischio è di sfiorare picchi di quasi 35 ragazzi. Non meno critica, soprattutto dal punto di vista didattico, la condizione in cui si trovano ad operare alunni e docenti della classe 3ª articolata".

"Questa sezione riunisce due indirizzi di carattere profondamento diverso, prevedendo uno sdoppiamento solo durante alcune discipline d’indirizzo. E non è stato autorizzato lo sdoppiamento nell’insegnamento delle lingue straniere. Il risultato di tale incongruenza è il dimezzamento dell’offerta formativa: i docenti di lingue, nonostante i loro continui sforzi e la loro grande professionalità, sono costretti a dedicare metà dell’ora a un gruppo e metà all’altro, di fatto operando un taglio lineare alla proposta didattica".

"A meno che non ci siano interventi significativi nella definizione dell’organico del prossimo anno, queste situazioni si trascineranno fino alla quinta, pregiudicando la qualità dell’azione didattica in maniera irrimediabile. Un errore che non possiamo permetterci: la credibilità, il prestigio e l’azione formativa di un istituto professionale strategico per la formazione di professionisti della ricezione non possono essere messi a repentaglio da logiche meramente e rigidamente contabili, specialmente in vista della grande sfida olimpica che tra pochi anni il territorio dovrà affrontare". "Non possiamo - conclude - che essere amareggiati di fronte a questo profondo scollamento tra la nostra realtà e i proclami delle istituzioni nazionali. È ora che la cittadinanza, la politica e le Amministrazioni si rendano conto che la scuola non si fa con i decreti e i fogli di calcolo, ma con investimenti economici e umani volti alla promozione della crescita dei nostri ragazzi e della nostra realtà".