
Il giovane accusato di aver picchiato il bambino viene portato in tribunale
Sondrio, 1 novembre 2019 - Massacrato di botte perché diceva parolacce. Sarebbe questo l’assurdo movente, chiamiamolo così, del terribile pestaggio subito a metà ottobre da un bambino di 7 anni, per il quale lunedì è finito in manette il compagno della madre del piccolo. Ieri mattina l’uomo, un 25enne valtellinese con precedenti per reati contro il patrimonio e in materia di sostanze stupefacenti, è uscito dal carcere di Sondrio per recarsi nel vicino tribunale ed essere sottoposto ad interrogatorio di garanzia. Affiancato dal legale di fiducia, l’avvocato Giuseppe Tarabini, il giovane ha deciso di rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sondrio, Pietro Della Pona.
Al gip il 25enne non avrebbe negato di aver picchiato il bambino, ma pare abbia minimizzato l’episodio, forse non rendendosi fino in fondo conto della gravità dell’accaduto. Agli occhi del pubblico ministero Elvira Antonelli, che ha coordinato le indagini della Squadra Mobile della Questura di Sondrio, l’uomo è apparso particolarmente immaturo. Futili, sempre stando al racconto del giovane durante l’interrogatorio, i motivi che avrebbero scatenato la violenza inaudita nei confronti del bambino, colpito con pugni, schiaffi, calci e addirittura usando come arma un tagliere di legno: il piccolo, infatti, sarebbe stato picchiato perchè diceva le parolacce. Oltre ai maltrattamenti e alle lesioni personali aggravate, al 25enne è contestato anche il reato di calunnia. Infatti, ha tentato in tutti i modi di depistare le indagini, arrivando ad accusare ingiustamente altre persone. «Prima ha mandato le foto delle scioccanti lesioni sul corpo del bambino alla madre, che era fuori casa per lavoro e spesso lasciava il figlio per ore con il suo compagno, e alle maestre, affermando di aver trovato il piccolo in quelle condizioni al ritorno da scuola – ha spiegato durante la conferenza stampa indetta in Procura il questore Angelo Re -. Poi, il giorno dopo, ha addirittura sporto denuncia ai carabinieri, accusando un compagno di scuola del bambino di lesioni e le insegnanti di omessa vigilanza. In tutto questo, ovviamente, ha minacciato il piccolo, lo ha spaventato a tal punto che nel primo colloquio con lo psicologo il minore ha confermato di essersi procurato quelle lesioni a scuola».
Le indagini, però, hanno presto permesso di ricostruire tutta un’altra verità, poi confermata anche dalla piccola vittima che, grazie anche alla capacità empatica del pm Antonelli, che è riuscita ad ottenerne la fiducia, ha raccontato quello che era successo davvero, delle botte, dei pugni e dei calci, di schiaffi e di quel tagliere di legno usato come un’arma. Indagini che sono partite mercoledì di due settimane fa, quando il bimbo si è recato con la mamma e il compagno di lei a tarda sera, attorno alle 23.30, al Pronto soccorso di Sondrio. Su tutto il corpo ha ematomi, graffi, lesioni, «un’immagine impressionante» ha affermato il procuratore della Repubblica di Sondrio, Claudio Gittardi. Dopo la denuncia del medico che ha prestato le cure al piccolo, gli agenti della Mobile sono riusciti a ricostruire l’accaduto e a raccogliere elementi tali da permettere alla dottoressa Antonelli di richiedere la misura della custodia cautelare in carcere emessa dal gip Della Pona. Ieri, durante l’interrogatorio, l’avvocato Tarabini ha chiesto la concessione dei domiciliari per il suo assistito, richiesta a cui il pm si è opposto e in merito alla quale il giudice per le indagini preliminari si è riservato di decidere.