FULVIO D’ERI
Cronaca

Assegnazione delle sedi ai docenti. Ancora troppe criticità nei criteri: "La Regione intervenga con Roma"

L’appello del Pd: diritto di scelta non garantito a oltre cento vincitori di concorso in provincia di Sondrio

Il segretario provinciale del Pd Michele Iannotti ha sollevato la questione insieme al consigliere regionale Gigi Ponti interpellando la Regione

Il segretario provinciale del Pd Michele Iannotti ha sollevato la questione insieme al consigliere regionale Gigi Ponti interpellando la Regione

Il docente che vince un concorso deve o dovrebbe poter scegliere dove esercitare la sua professione. Deve poter decidere dove avere la sua (meritatissima) cattedra. E questo diritto del docente vincitore del concorso normalmente applicato fino a poco tempo fa, secondo il Pd, non verrebbe garantito dopo la nuova normativa, con ripercussioni su 6.000 docenti in Lombardia e oltre 100 in provincia di Sondrio. Il gruppo del Pd in Regione ha presentato così un’interrogazione alla giunta lombarda, in merito alle criticità legate all’interpretazione della normativa sull’assegnazione delle sedi di servizio ai docenti vincitori di concorso in Lombardia.

"Un decreto-legge ha modificato le procedure di assunzione dei docenti, prevedendo che i vincitori di concorso già in servizio con un contratto a tempo determinato per l’anno scolastico 2024/2025 siano confermati sulla stessa sede – spiegano il consigliere regionale Gigi Ponti e il segretario provinciale del Pd di Sondrio Michele Iannotti –. Rimangono molti dubbi sull’interpretazione di tale normativa che, per come è stata decifrata, provoca criticità: i docenti non potranno scegliere la sede per gli anni successivi, riducendo la loro mobilità e restringendo la possibilità di selezionare una sede più vicina al domicilio". "In particolare – sottolinea Iannotti – questa misura rischia di creare disparità tra i docenti vincitori di concorso e quelli assunti dalle graduatorie provinciali, le cosiddette Gps". I Dem chiedono alla giunta regionale di sollecitare il ministero dell’Istruzione "affinché venga salvaguardato il diritto di scelta della sede di servizio per i docenti".