ANDREA
Cronaca

Anni Settanta: amarli o detestarli?

Maietti

Gracchia il citofono. È un ex-alunno. Riaffiora dagli anni Settanta, pensa te. Anni Settanta; amarli o detestarli? Gli anni di Pasolini, poeta "corsaro", dei pochissimi nel cruschismo delle italiche lettere, a non vergognarsi di scrivere di sport. Morì di morte violenta a Roma tra i suoi "ragazzi vita". Il rimpianto di un incontro mancato, dopo una sua lettera in risposta a una mia richiesta di intervista sul tema del linguaggio sportivo: "Caro Maietti, ho trovato la sua lettera di ritorno da Londra. Purtroppo sono solo di passaggio e domani parto per l’India: sarò di ritorno a Roma il 15 ottobre. Se ancora le potessi essere utile me lo faccia sapere, per fissare il giorno e l’ora". E un altro lutto: la morte di Arnaldo Povoli, il preside del nostro liceo. Vedeva gli studenti agitarsi e scuoteva la testa. Apriva le circolari ministeriali sempre più fitte e si rifugiava nella lettura dei classici prediletti. Agli scrutini il professor Povoli si rimboccava le maniche, come un contadino che si appresti a dar di mano alla vanga. Era lui il più strenuo difensore degli alunni; e il meno incline al sei politico: "L’alunno Bianchi non sa declinare rosa –rosae? Bene, noi lo promuoviamo, ma sul tabellone, in rosso, resti il suo quattro in Latino". Fu trovato morto nel suo appartamentino milanese, poco dopo aver preso malinconico commiato dalla scuola. Non aveva retto l’abominevole pateracchio demagogico dei cosiddetti "Decreti Delegati", che sotterravano il buono di una scuola vecchia, senza sufficienti idee buone su come gestire una scuola nuova. Non è facile amarli, gli anni Settanta. Nell’avvento tattico del cosiddetto "calcio totale", la fine di quel calcio che, per dirla con Gigi Garanzini, "nasceva all’oratorio e moriva all’osteria". Il 19 giugno 1974, al mondiale di Stoccarda, l’ultima partita in nazionale di Gianni Rivera e Gigi Riva. L’abatino e Rombo di Tuono ci dicevano addio. Da quel giorno, la penna di Gianni Brera perse la sua luzt zu fabulieren, la sua vocazione a raccontare il calcio come una favola.