La casa dell’Innominato, protagonista de I Promessi Sposi, è all’angolo tra piazza Mazzini e via Moroni. "È risaputo, perché lo ha scritto lui stesso in una lettera, che Manzoni prese spunto da Francesco Bernardino Visconti – afferma Luciano Marzorati del Centro studi territoriali Athene Noctua – feudatario di Castano tra il 1595 e il 1605. Bernardino è stato uno dei banditi più temuti, spalleggiato da manigoldi senza scrupoli, chiamati bravi. Il più temibile era il Pedrin de Castan". Il Palazzo dei Visconti è un edificio molto antico, ma non l’unico a legare Manzoni al Castanese. Gli altri si possono scoprire andando a visitare sabato e domenica la mostra curata da Athene Noctua a Villa Rusconi. Una mostra composta da otto grandi capitoli.
C’è Villa Arconati di Castellazzo dè Barzi che, alla fine del Settecento, era di proprietà dei padri Barnabiti di Milano, dove nell’anno scolastico 1798-1799 Manzoni venne mandato a studiare. Poi una casa appartenuta alla madre Giulia Beccaria, nell’attuale via Sant’Antonio, avuta in eredità da Carlo Imbonati alla sua morte (1085), così come la Cascina Cornarina. La Beccaria aveva sposato Pietro Manzoni, molto più vecchio di lei, separandosi nel 1792 per andare a vivere con Carlo Imbonati, che poi la lasciò erede di tutti i suoi possedimenti.
Nel centro di Castano la casa di Enrico Acerbi, medico di famiglia di Manzoni. Infine la cappella ad Arconate, dove la lapide in memoria di Costanza Arconati è firmata da Manzoni, amico di famiglia. Ultima tappa ad Arluno, con Palazzo Pestalozza abitazione di Alessandro, fedele amico di Manzoni.
Giovanni Chiodini