Albaredo per San Marco (Sondrio) – Nella Valle del Bitto un’estate così non si vedeva dai tempi del Covid, quando il turismo fu cancellato per decreto. In via San Marco, dove un anno fa non si trovava un parcheggio neppure a pagarlo oro, si può giocare a pallone talmente è vuota, le uniche voci a risuonare sono quelle dei ragazzi di un oratorio, in vacanza in paese. “Meno male che ci sono almeno loro – commenta un commerciante – altrimenti qui sarebbe il deserto”.
La spiegazione è in fondo alla piazza, nel luogo che ospita la sede della Fly Emotion, la società che ha creato la zip-line – il cavo di acciaio lungo un chilometro e mezzo – che collega Albaredo con Bema, sull’altra costa della montagna. In tutta Italia se ne contano diversi, ma i più famosi sono una decina, quello sopra Morbegno è l’unico che permette di volare su due tratte differenti: da Albaredo a Bema per un’altezza massima di 230 metri, e nel tratto inverso – risalita la montagna con una navetta – sospesi fino a 360 metri da terra. Un ‘volo dell’angelo’ in cui si possono raggiungere i 120 chilometri all’ora, ma dal 5 maggio scorso nessuno plana più sulla vallata, da quando una donna di 41 anni, Mouthair Ghizlane, è precipitata nel vuoto in prossimità della stazione di Bema, schiantandosi dopo una caduta di una trentina di metri.
“Da quel giorno è finito il turismo in paese – ricorda sconsolato Fedele Tessitori, che da anni trascorre qui parte dell’estate – era l’attrazione principale di Albaredo, arrivavano fin qui da tutta Italia e da Svizzera e Germania. Prima di lanciarsi c’era un breve corso per i turisti, ognuno veniva pesato e la mattina, per verificare che tutto fosse in ordine l’impianto veniva verificato facendo volare un manichino”. E tra un volo e l’altro, sono decollati anche gli affari in paese, sempre per merito dei turisti che in attesa del proprio turno si fermavano a pranzo e qualche volta anche a dormire, perché in caso di pioggia o vento l’attività era sospesa.
Adesso che la sede di Fly Emotion è chiusa, sottoposta a sequestro giudiziario da parte della Procura di Sondrio, in paese tutto o quasi si è fermato. Negozi e ristoranti lamentano perdite che vanno dal 20 al 30% rispetto alla passata stagione, l’unico albergo del paese, il Ca’ Priula con le sue sei stanze, ha cambiato gestione ed è rimasto chiuso, anche il cantiere per l’autosilo multipiano destinato ai turisti si è fermato.
“Questa stagione ormai è persa – spiega senza troppi giri di parole il sindaco Matteo Del Nero, eletto appena un paio di mesi fa – non ci resta che sperare nella prossima. Fly Emotion dal 2011 a oggi ha contribuito a farci conoscere ben oltre i confini della Lombardia: ha superato i 210mila lanci. La chiusura dell’impianto sta costando cara a tutti. Di sicuro dopo l’incidente di maggio era giusto fermarsi e fare tutte le verifiche necessarie. Nel massimo rispetto dei magistrati e del loro lavoro ci auguriamo che l’impianto, con le garanzie di sicurezza, possa ritornare alla sua attività”. Se lo augura anche il sindaco di Bema, Marco Sutti. “Siamo letteralmente in ginocchio, è agosto e non c’è l’ombra di un turista. Le attrazioni da noi erano Fly Emotion e il parco avventura Aerobosco, ora sono chiuse tutte e due”.
“Purtroppo non dipende da noi – conclude l’amministratore delegato della società, Matteo Sanguineti, iscritto nel registro degli indagati con il direttore dell’impianto e tre dipendenti – siamo in attesa delle decisioni dei magistrati. L’unica cosa che possiamo fare è resistere, soprattutto dal punto di vista economico, e prepararci per la prossima stagione, con un piano compatibile. È la nostra attività: l’abbiamo creata, ci investiamo da 13 anni e vogliamo ripartire”.