Adozioni dall’estero Missione impossibile

Troppe difficoltà e clima ostile: calo vertiginoso dei bimbi in arrivo

Migration

di Federica Pacella

"Di orfani ce ne sono purtroppo ancora a milioni nel mondo, ma la verità è che non c’è interesse a incentivare l’adozione internazionale". Non usa giri di parole Annalisa Roversi, che col marito Fabrizio Vertua ha adottato 3 fratelli nati in Congo: Claudio e Zaccaria nel 2011, Marie Benedicte arrivata a maggio 2016 (una delle ultime da quel Paese) dopo 3 anni di attesa per il blocco delle adozioni congolesi che ha coinvolto 150 famiglie italiane. Con l’associazione Tribù del mondo, continuano ad aiutare l’orfanotrofio dove sono cresciuti i loro figli, che attualmente non ha più sovvenzioni e va avanti grazie alle donazioni.

Il crollo vertiginoso delle adozioni internazionali rilevato dall’apposita Commissione (Cai) non li ha stupiti. Nel 2021, in Lombardia, solo 76 coppie hanno fatto domanda di adozione internazionale (33 al Tribunale di Brescia, 44 a Milano) contro le 459 del 2012; 78 i bimbi adottati (680 in tutta Italia) contro i 562 del 2012 (3106 in Italia).

Come si spiega questo tracollo? "Ci sono certo questioni internazionali – spiega Vertua –. La Cina, ad esempio, ha messo molti paletti. Ma in Italia sono anche state incentivate altre strade, come la fecondazione assistita, meno impegnativa e più rapida dell’adozione".

I tempi, infatti, si sono dilatati: nel 2021 si è arrivati a una media di 52 mesi. "Negli ultimi anni non c’è stato l’interesse, da parte del Governo, a incentivare l’adozione. Probabilmente – sottolinea Roversi – non è visto di buon occhio l’arrivo di questi ragazzi, salvo quando vincono le Olimpiadi". Il clima sociale che si respira, in effetti, accresce la normale apprensione dei genitori. "Oggi siamo preoccupati per i nostri figli – ammette Vertua – perché, per quello che vediamo, ci rendiamo conto che il colore della pelle può ancora rappresentare un problema, casualità che può verificarsi anche in caso di adozione nazionale".

Una condizione che fa da deterrente per le famiglie. Ma, oltre al clima sociale, cosa si può fare per le famiglie adottanti? "Partiamo dalle risorse – sottolinea Vertua – la Cai è un ente senza portafoglio". Anche i costi per le famiglie sono una barriera: 15-20mila euro è la spesa media per un’adozione internazionale.

"E c’è anche il post-adozione – aggiunge Roversi –: in Lombardia è previsto il supporto di un anno da parte di un assistente sociale. Dopo c’è il vuoto. La nostra amarezza è che l’adozione dovrebbe favorire l’interesse del minore: ora come ora, non lo si sta facendo".