Vitiligine, cos’è e le cure possibili? Ecco chi colpisce e gli effetti collaterali

Il 25 giugno è la Giornata Mondiale della vitiligine: il punto sulla malattia nella ricerca di Kearney presentato a Milano

La vitiligine colpisce soprattutto mani e viso

La vitiligine colpisce soprattutto mani e viso

Milano, 19 giugno 2023 - Domenica 25 giugno è la Giornata mondiale della vitiligine, in Italia sono circa 330 mila le persone che ne soffrono. I pazienti con vitiligine sono più propensi a sviluppare disagi di tipo psicologico: +32% incidenza depressione, +72% ansia. Circa 1 persona su 6 affetta da vitiligine presenta anche una o più malattie autoimmuni significative. Il costo sociale per le cure è di circa 500 milioni di euro all’anno

Cos’è la vitiligine?

La vitiligine è un disturbo della pigmentazione causato dalla distruzione dei melanociti (le cellule che producono il pigmento) della pelle per la mancanza di melanina. Causa la comparsa di chiazze bianche in varie parti del corpo, ma può arrivare a colpire anche le mucose (occhi, bocca, naso). Colpisce circa 100 milioni di persone nel mondo, con predominanza di casi tra le donne. La vitiligine ha un esordio molto precoce, manifestandosi già negli bimbi; in un breve periodo, di circa due anni, le macchie acromiche progrediscono, per poi stabilizzarsi. I segni della malattia sono riscontrabili principalmente su dorso delle mani e dei piedi, viso, gomiti, ginocchia.

Lo studio

E’ stata presentata oggi a Milano una ricerca realizzata dalla società di consulenza strategica  Kearney sulla diffusione della vitiligine in Italia: una patologia che riguarda circa 330 mila persone. Lo studio evidenzia la maggiore predisposizione dei pazienti a presentare malattie autoimmuni associate, la maggiore incidenza di problemi legati alla Mental Health e i costi effettivi che questa comporta.

Impatto sulla vita quotidiana

Lo studio evidenzia come la vitiligine influenzi molti aspetti della vita quotidiana, che vanno oltre i sintomi cutanei. Questo impatto si traduce in un’incidenza dei sintomi dell’ansia che risulta il 72% più diffusa in chi soffre di vitiligine rispetto al resto della popolazione e nella frequenza dei sintomi legati alla depressione, più alti del 32%. Situazioni che si traducono in maggiori investimenti in cure e ricorso a specialisti: il ricorso a percorsi di terapia è 20 volte più frequente nella popolazione affetta da vitiligine rispetto al resto della popolazione. L’impatto psicologico è particolarmente determinante nelle donne e negli adolescenti.

Predisposizione a malattie autoimmuni

Dallo studio di Kearney emerge inoltre una maggiore predisposizione di chi soffre di vitiligine a sviluppare malattie autoimmuni associate, che arrivano ad essere fino a 5 volte più frequenti rispetto alla popolazione non affetta da questa patologia. Il 15,3% dei pazienti con vitiligine presenta infatti una o più condizioni autoimmuni, in particolar modo: l’artrite reumatoide ha una frequenza maggiore del 100% rispetto a chi non ha la vitiligine; i linfomi hanno un’incidenza maggiore di quattro volte; il lupus 5 volte maggiore. La malattia autoimmune più frequente, presente in più di un caso su dieci di chi soffre di vitiligine, è l’ipotiroidismo, che ha un’incidenza maggiore su questo segmento della popolazione di circa il 75% rispetto alla media nazionale.

Trattamenti e terapie

“La vitiligine è stata sino ad oggi orfana di trattamenti efficaci. Tuttavia ultimamente si stanno rendendo disponibili terapie mirate che sembrano offrire nuove speranze per i pazienti. Queste terapie si basano su farmaci che, agendo in modo specifico sui processi che causano l’insorgere della vitiligine, consentono una re-pigmentazione della pelle”, spiega Ugo Viora, Associazione nazionale Gli amici per la pelle.

Il costo economico

Lo studio stima i costi dell’impatto sociale della vitiligine in circa 500 milioni di euro all’anno. Di questi, il 16% sono per il trattamento della malattia in sé, il 23% per la cura delle malattie autoimmuni più frequentemente associate, il 31% dedicato alla propria Mental Health, il 12% a prodotti non farmaceutici (costi legati principalmente all'uso di tecniche di camouflage e protezione solare), il 18% relativo ai costi sociali indiretti (costo del tempo dedicato al trattamento della vitiligine di ciò che essa comporta). Di questi costi solo il 18% viene assorbito da Sistema sanitario nazionale. Il il 55% è a carico dei pazienti, mentre il restante 27% è carico di altri,  come ad esempio i datori di lavoro.

“I dermatologi stanno assumendo un ruolo sempre più attivo nel coinvolgere i pazienti nella gestione delle loro condizioni cutanee. Il dialogo medico-paziente si basa sempre più su una partnership informata, in cui i pazienti vengono coinvolti nelle decisioni riguardanti il trattamento e la cura della propria pelle. Questo approccio favorisce una maggiore aderenza alle terapie prescritte e un miglioramento complessivo della salute della pelle” continua Francesco Cusano, Presidente dell’Associazione Dermatologi-Venereologi ospedalieri italiani e della sanità pubblica.