
Mangiare salato (succede spesso) induce a bere di più. Ma questa acqua in più che noi assumiamo grazie al sale non va a depurare i reni bensì si deposita negli arti inferiori, creando così il quadro della ritenzione idrica. Fortunatamente ci sono molti farmaci che possono combattere questa micropatologia ma anche molte piante medicali, a partire dal Dente di leone (o tarassaco) chiamata dai contadini francesi pissenlit (piscialletto), nomignolo dovuto al fatto che mangiare una zuppa di tarassaco alla sera ci induce a urinare mille volte nella notte, con il rischio di bagnare il letto. Il tarassaco è anche una pianta meravigliosa da far conoscere ai bambini spiegandone le mille virtù.
Il fiore giallo del Tarassaco diventa un soffione su cui noi bambini di un tempo, senza computer, soffiavamo a gara per chi mandava gli acheni del soffione più lontano. Gli acheni del soffione sono dei piccoli paracaduti che permettono l’inseminazione eolica: spinti dal vento percorrono chilometri per trapiantarsi in altri posti. Bello anche spiegare ai ragazzini che la radice tostata di questa pianta in tempo di guerra era usata come succedaneo del caffè.
Altre piante dal forte potere diuretico sono il sambuco e l’ortica. Il primo è in fioritura adesso, con i suoi mille capolini bianchi che compongono la gigantesca corolla. I suoi rami cavi, per noi ragazzini postbellici, servivano a costruire cerbottane.
Ma è l’ortica la pianta regina per le vie urinarie: dotata di un forte potere diuretico, ha anche un grande valore nella terapia delle patologie urinarie. Negli anni ’50 furono ricoverate allo zoo di Berlino giovani orse per essere salvate dai bracconieri, ma ahimé, una volta svegliati dal letargo, questi animali morivano spesso di cistite emorragica. Furono allora studiate le orse allo stato libero e ci si accorse che le orse libere appena sveglie si cibavano di quintali di ortica: da qui si è dedotto il valore di questa pianta nelle patologie urinarie.
Ciro Vestita