ALESSANDRO MALPELO
Salute

Riccardo Asero "Immunoterapia e farmaci biologici contro le allergie"

"L’aumento di casi è legato alla minore esposizione agli agenti infettanti: il nostro organismo è meno ’allenato’ e scatena una reazione"

di Alessandro Malpelo

"L’allergia è una risposta immunitaria caratterizzata dalla produzione di un tipo particolare di anticorpi detti IgE nei confronti di sostanze ambientali normalmente innocue. Nelle allergie respiratorie si riconoscono manifestazioni caratteristiche a carico del naso, degli occhi o dei bronchi, che possono avere un andamento stagionale". Parliamo di rinite cronica, asma bronchiale e altri inconvenienti con Riccardo Asero, presidente dell’Associazione allergologi immunologi territoriali e ospedalieri (AAIITO). "Come sintomatologia, possiamo avere starnuti, naso che cola, prurito e arrossamento degli occhi, e poi tosse, sibili respiratori, mancanza di fiato. Questi segni vanno riferiti al medico, se hanno una certa insistenza. I genitori a volte si accorgono quando un figlio consuma fazzoletti in una stagione precisa dell’anno, o in certe condizioni all’aperto. Da qui nasce l’esigenza di indagare, la nostra società è cosciente dell’elevata frequenza delle malattie allergiche".

Si nasce allergici?

"Si nasce geneticamente predisposti, l’ambiente farà il resto. Se viviamo in Sicilia e siamo predisposti a sviluppare una reazione allergica alla betulla, pianta più frequente nel nord Europa, non svilupperemo mai quel tipo di allergia. Lo diventiamo dopo esposizione all’allergene, e il genere umano non ha colpe. Siamo riusciti con il progresso a creare delle condizioni che negli ultimi trenta o quaranta anni hanno di fatto moltiplicato le allergie".

Perché?

"Una spiegazione è legata alla cosiddetta teoria igienica. La scomparsa pressoché totale delle malattie infettive legata alle migliori condizioni igieniche ambientali e alle vaccinazioni ha portato grandi vantaggi, sono calate le morti per setticemia, e per complicanze di virosi, ma chi vive in appartamento ha un minore imprinting del sistema immunitario. Se sottoposto a pressione da parte degli agenti infettivi, il nostro organismo tende a rispondere con produzione di sostanze antiallergiche. Abbiamo pagato la fine delle stragi per epidemie con un aumento delle allergie. Chi vive in situazioni igieniche precarie ha meno allergie".

E chi cresce in campagna?

"Chi vive in zone rurali, a contatto con gli animali, anche mucche e maiali, ha meno allergie. Chi non è geneticamente predisposto può trascorrere tutta la notte dentro un fienile senza sviluppare alcuna allergia da fieno. Idem dicasi delle famiglie con molti fratelli: laddove c’è un più intensa esposizione o scambio di agenti infettivi avremo un minore tasso di allergie".

Cosa possiamo fare quando si avvertono i primi campanelli d’allarme?

"Occorre rivolgersi al medico specialista, che si occuperà della diagnosi e della terapia. Ad esempio facendo una distinzione tra sospette allergie stagionali e perenni. Le quattro principali sorgenti sono pollini, muffe, epitelio di animali (si possono ritrovare ad esempio nel mantello del cane, del gatto, nelle scuderie a contatto con i cavalli). Poi ci sono gli acari della polvere. Le sostanze chimiche? Non sono propriamente allergizzanti, dal punto di vista respiratorio, ma possono favorire un fenomeno di sensibilizzazione. Succede se sei un soggetto asmatico, puoi avere una crisi anche su base non allergica. Se prendo un asmatico da graminacee e gli faccio fare una ora di corsa in un ambiente inquinato, avrà un attacco d’asma anche se non ha respirato pollini, perché ci sono anche manifestazioni legate alla presenza di queste infiammazioni".

La città, tra fumi e polveri, è carica di smog. Che effetto provoca?

"Nell’ambiente cittadino si determina una infiammazione cronica più o meno marcata che favorisce la sensibilizzazione. Entrano in gioco anche componenti respiratorie non allergiche, come nel fumatore, o nella bronchite cronica. Di certo l’inquinamento favorisce lo sviluppo delle allergie".

Cosa accade in primavera alle nostre latitudini?

"Da due settimane è cominciata la pollinazione (cipresso, betulacee, nocciolo, ontano) che andrà avanti presumo fino ad aprile. Le persone sensibili hanno cominciato a sviluppare sintomi. Poi iniziano le graminacee, da metà aprile fino a tutto giugno nelle zone mediterranee, nei medesimi periodi, si verifica la pollinazione di parietaria e olivo. Poi l’ambrosia da metà agosto a fine settembre".

La terapia?

"Dai comuni antistaminici ai farmaci biologici di nicchia. Fondamentale l’immunoterapia, la desensibilizzazione, conosciuta anche come vaccino antiallergico. Posso citare anche i comportamenti, ad esempio al mare è più difficile entrare in contatto con certi allergeni. Se il paziente ha una sintomatologia severa, una volta individuati gli allergeni potrebbe essere un buon candidato alla immunoterapia. La desensibilizzazione richiede dai tre ai cinque anni. Per ogni allergene c’è un vaccino, per qualunque tipo di polline".

Dai test che cosa possiamo trovare?

"La nuova frontiera dell’allergologia è la cosiddetta diagnosi per componenti, la diagnosi con allergeni ricombinanti. Nel 70 per cento dei casi i pazienti sono multipositivi, cioè reagiscono a più componenti, ragione per cui andiamo a testare markers specifici. Insomma, assistiamo a un incremento notevole delle malattie allergiche, per questo occorre formare una nuova leva di medici specialisti in immunologia e allergologia".