Virus poliomelite: sintomi, rischi, vaccini, situazione e storia in Italia

Dopo la scoperta di tracce dell'organismo nelle acque reflue di Londra, l'Iss fa chiarezza sulla situazione nel nostro Paese.

Vaccino poliomelite (Archivio)

Vaccino poliomelite (Archivio)

In Gran Bretagna fa notizia la scoperta nelle fogne di tracce del virus della poliomelite, a quasi 40 anni dall'ultimo caso. Le autorità sanitarie locali predicano tranquillità, ma lavorano comunque a ricostruire l'eventuale catena dei contagi. E in Italia? Il nostro Paese, insieme a tutta la Regione Oms Europa, è stata definita una Regione 'polio-free' nel 2001. Nel nostro Paese la vaccinazione antipolio è obbligatoria dal 1966 e l'ultimo caso endemico di poliomielite si è verificato nel 1982. Lo ricorda l'Istituto superiore di sanità (Iss) sul sito Epicentr'.

"In Italia, per decisione della Conferenza Stato-Regioni nel 2002, dopo l'eradicazione completa della polio in Europa, l'unica forma di vaccino somministrato è quello inattivato. Al ministero della Salute viene mantenuta una scorta di vaccino orale attivo come misura precauzionale, in caso di emergenza e di importazione del virus", sottolinea l'Iss.  Non esistono cure per la poliomielite, se non trattamenti sintomatici che possono solo in parte minimizzare gli effetti della malattia. "L'unica strada per evitare potenziali conseguenze è la prevenzione tramite vaccinazione - ricordano gli esperti - Esistono due tipi di vaccini diversi: quello 'inattivato' di Salk (Ipv), da somministrare con iniezione intramuscolo, e quello 'vivo attenuato' di Sabin (Opv), da somministrare per via orale". Proprio quest'ultimo, secondo le autorità sanitarie inglesi, potrebbe essere alla base delle tracce di poliovirus trovate nelle acque reflue di Londra. 

"La poliomielite - ricordano gli esperti di Epicentro - è una grave malattia infettiva a carico del sistema nervoso centrale, che colpisce soprattutto i neuroni motori del midollo spinale. La diffusione della polio ha raggiunto un picco negli Stati Uniti nel 1952, con oltre 21mila casi registrati. In Italia, nel 1958, furono notificati oltre 8mila casi. L'ultimo caso americano risale al 1979, mentre nel nostro Paese è stato notificato nel 1982. La malattia è causata da tre tipi di polio-virus (1, 2 e 3), appartenente al genere enterovirus, che invade il sistema nervoso nel giro di poche ore, distruggendo le cellule neurali colpite e causando una paralisi che può diventare, nei casi più gravi, totale". 

In generale, "la polio ha effetti più devastanti sui muscoli delle gambe che su quelli della braccia - proseguono l'Iss - Le gambe perdono tono muscolare e diventano flaccide, una condizione nota come paralisi flaccida. In casi di infezione estesa a tutti gli arti, il malato può diventare tetraplegico. Nella forma più grave, quella bulbare, il virus paralizza i muscoli innervati dai nervi craniali, riducendo la capacità respiratoria, di ingestione e di parola. In questo caso, è necessario supportare il malato con ausili nella respirazione. Negli anni '50 erano molto diffusi a questo scopo i polmoni d'acciaio, sostituiti oggi da strumenti assai più agili".  "La polio colpisce soprattutto i bambini sotto i 5 anni di età. Anche i soggetti immunizzati possono venire infettati dal virus, senza svilupparne i sintomi, e trasmetterlo ad altri. Data la ridotta probabilità che un individuo infettato sviluppi sintomi chiari e visibili, come la paralisi, la catena di trasmissione può allargarsi rapidamente, soprattutto in assenza di misure igieniche adeguate. Solo l'1% dei malati di polio sviluppano la paralisi; il 5-10% sviluppa una forma di meningite asettica, il restante 90% circa sperimenta solo sintomi simili a una influenza e ad altre infezioni virali", concludono gli esperti.