Infezioni batteriche, scoperto un nuovo antibiotico all'Insubria

Un'arma per combattere patologie che nel 2050 causeranno più morti di tumore e diabete

Il team della professoressa Flavia Martinelli e, in basso, la molecola isolata

Il team della professoressa Flavia Martinelli e, in basso, la molecola isolata

Varese - Speranza per combattere le infezioni batteriche, fra gli spauracchi sanitari del futuro, dato che si calcola che nel 2050 causeranno circa 10 milioni di morti l'anno, molto di più dei decessi per tumore, diabete o incidenti stradali. E' quindi da "celebrare" come una notizia estremamente buona la scoperta effettuata nei laboratori dell'università dell'Insubria, l'ateneo con sedi a Varese e Como. Un nuovo antibiotico è stato identificato nei laboratori dell’Università dell’Insubria: è di tipo glicopeptidico, siglato A50926 e prodotto per via biologica da un microrganismo particolare e considerato raro.

A comunicare la "conquista della scienza" è il gruppo di ricerca di Biotecnologie microbiche guidato da Flavia Marinelli, docente del dipartimento di Biotecnologie e scienze della vita, che ha lavorato in sinergia con il team inglese di Andrew W. Truman del John Innes Centre di Norwich e quello tedesco di Jörn Kalinowski dell’Università di Bielefeld. Un articolo scientifico riguardante il nuovo antibiotico è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Acs Chemical Biology.

Il ruolo degli antibiotici

"L’impatto scientifico e sociale di questa scoperta - spiega Flavia Marinelli, professore ordinario di Chimica e Biotecnologie delle fermentazioni - a cui si è arrivati attraverso un approccio genomico sul microorganismo produttore, è facilmente comprensibile se si considera che è stato stimato che nel 2050 le infezioni batteriche causeranno circa 10 milioni di morti all’anno, superando ampiamente i decessi per tumore, diabete o incidenti stradali, peraltro con una previsione di costi proibitiva per il sistema sanitario".

L’attuale pandemia di origine virale ha evidenziato la difficoltà nell’arginare le infezioni a livello globale in mancanza di adeguati strumenti di contrasto. Si stima che l’elevata ospedalizzazione dei pazienti affetti da Covid-19 e l’incremento dell’uso conseguente di antibiotici per infezioni batteriche secondarie avrà come effetto un ulteriore incremento del fenomeno dell’antibiotico-resistenza a livello ospedaliero.

Perché servono gli antibiotici

Gli antibiotici sono uno strumento essenziale per contrastare diversi tipi di infezione, basti pensare che le operazioni chirurgiche, semplici o complesse, non potrebbero essere eseguite senza l’ausilio di questi farmaci. Da qui la crescente necessità di nuove molecole, come quella scoperta, in grado di contrastare i meccanismi di resistenza che oggi limitano drammaticamente l’uso dei farmaci esistenti.