V.D.B.
Salute

Marzo è il mese dell'endometriosi: cos'è, quali sono i sintomi, come si "cura"

In Italia ne soffrono tre milioni di donne ma per la diagnosi arriva ancora con otto, nove anni di ritardo. Perché non se ne parla abbastanza

Spasmi addominali (immagine dal sito www.buscopan.it)

Spasmi addominali (immagine dal sito www.buscopan.it)

Milano - Endometriosi: se sei donna e in età fertile, è probabile che tu abbia sentito parlare di questa malattia. Oppure no. Perché, nonostante colpisca milioni di italiane e nonostante sia spesso invalidante e causa di infertilità (il 40 per cento delle donne che ne soffre non riesce ad avere figli), non se ne parla abbastanza, se non da qualche anno a questa parte. Eppure in Italia ne soffrono tre milioni di donne, 200 milioni nel mondo occidentale. Piano piano sempre più donne prendono consapevolezza di questa malattia e su questo i social fanno una parte positiva: sono diverse le persone, anche influencer, che fanno informazione sul tema.

Marzo è il mese della consapevolezza su questa malattia, ecco un piccolo vademecum sull'endometriosi, cos'è, quali sono i sintomi e cosa fare se si ha una diagnosi di endometriosi. E poi una nota di speranza: nell'ultimo decennio, nelle pazienti di età inferiore ai 35 anni è stato raggiunto un tasso di successo del 95% nei trattamenti di procreazione medicalmente assitita. Insomma, procreare si può.  

Cos'è l'endometriosi

L'endometriosi è la presenza di endometrio (la mucosa che ricopre la cavità interna dell'utero) al di fuori della cavità uterina, normalmente nella pelvi. Al momento non esistono cure mediche, si possono combattere i sintomi con terapie ormonali, alimentazione antinfiammatoria e integratori che, riducendo infiammazione e dolori, incidono sulla percentuale di crescita della malattia. La malattia comincia a crescere dopo il menarca e già in adolescenza si manifestano i primi disturbi: i due terzi delle pazienti hanno iniziato a soffrirne prima dei 20 anni, mentre tra i 20 e i 35 anni insorgono i sintomi maggiori, dolori pelvici, anche devastanti, soprattutto nella fase del ciclo e dell`ovulazione, stanchezza fisica cronica, fino ad amnesie e disturbi di attenzione.

Ma il vero problema è il ritardo della diagnosi, che contribuisce ad aggravare la situazione: a oggi grava un ritardo medio di 8, 9 anni, con conseguenze in termini di sofferenze prolungate per le pazienti. E questo accade anche e soprattutto perché è considerato normale soffrire, durante il ciclo mestruale. Spesso i dolori sono debilitanti ma è difficile (lo è stato di più in passato) trovare subito un ginecologo che valuti la possibilità che la causa sia l'endometriosi. E così la malattia progredisce e provoca spesso infertilità: il 40% delle donne con endometriosi ha problemi nel procreare. 

La  Fondazione Italiana Endometriosi in questo senso è impegnata a promuovere studi e aumentare la conoscenza sulla malattia per rendere l'endometriosi di pari dignità rispetto alle altre malattie sociali, e ridurre le differenze tra le malattie croniche e di genere

I sintomi dell'endometriosi

I sintomi più frequenti dismenorrea, cioè dolore pelvico durante il ciclo mestruale; dispareunia, cioè dolore durante i rapporti sessuali; dolore pelvico cronico; mestruazioni abbondanti; perdite di sangue fra un flusso e l'altro; costipazione; diarrea; difficoltà a rimanere incinta. Ma anche stanchezza fisica cronica e anche disturbi dell'attenzione. 

Le cause dell'endometriosi

Una delle teorie più accreditate è che l’endometriosi insorga a causa di un reflusso trans-tubarico di cellule endometriali vitali durante la mestruazione: "mestruazione retrograda". Altre teorie sostengono che la malattia possa derivare da una modificazione del tessuto di rivestimento della pelvi o da una disseminazione di tipo metastatico delle cellule endometriali per via linfatica o ematica. È inoltre prevista una predisposizione genetica allo sviluppo dell’endometriosi o una alterazione del sistema immunitario, che permette, in alcune donne l’impianto delle suddette cellule e lo impedisca in altre.

Cosa fare se si sospetta di soffrire di endometriosi

Se si avvertono i sintomi più frequenti (dolore pelvico cronico o ciclico, mestruazione molto dolorose, flusso abbondamente, dolore in profondità durante i rapporti sessuali, dolori durante la defecazione, difficoltà a concepire) bisogna parlarne subito col proprio ginecologo. Una visita ginecologica può  rilevare particolare fissità degli organi pelvici, che devono far sospettare la presenza di endometriosi, mentre un'ecografia transvaginale (ma anche transrettale e transaddominale) possono visualizzare le formazioni cistiche endometriosiche a carico delle ovaie, dell’utero, del setto retto vaginale e degli altri organi addominali e pelvici;

Tuttavia c'è da dire che una diagnosi definitiva e una accurata valutazione dello stadio di evoluzione e di diffusione è possibile solo con la chirurgia.

Le terapie

Si può intervenire chirurgicamente per asportare le formazioni endometriosiche: in laparoscopia si praticano piccoli fori, con accesso chirurgico mini-invasivo, nella parete addomino-pelvica. La laparotomia (un'incisione vera e propria nella parete addomino-pelvica) è riservata ai casi più severi, con esteso coinvolgimento retto vaginale, vescicale, ureterale o intestinale. Tuttavia la soluzione non è definitiva, perché i tessuti si possono riformare. Ci sono poi le terapie mediche, proposte alle pazienti che presentano  sintomatologia dolorosa o per prevenire le recidive di endometriosi in pazienti già sottoposte a chirurgia. Si tratta di preparati a base di progesterone o le associazioni estro progestiniche, ossia la classica pillola anticoncezionale, farmaci che possono essere usati per lunghissimo tempo e che agiscono solo per tenere sotto controllo i sintomi, migliorando la qualità di vita delle pazienti.