Cos'è il super ministero alla transizione ecologica che piace ai 5 Stelle. I nomi in lizza

Si occuperebbe di gestire buona parte dei 209 miliardi del Recovery fund

Enrico Giovannini

Enrico Giovannini

Roma, 11 febbraio 2021 - In Francia, Spagna e Svizzera già c'è. Ora potrebbe arrivare anche in Italia. E' il ministero della transizione ecologica. Il dicastero proposto da Mario Draghi che piace tanto ai 5 Stelle. Una soluzione che coglierebbe "due piccioni con una fava": sarebbe utile al Paese (allo sviluppo e all'ambiente) e permetterebbe al nuovo governo di raccogliere il consenso dei grillini (oggi al voto sulla piattaforma Rousseau). Ma considerazioni strategico-politiche a parte cos'è questo "nuovo ministero"?

I compiti

Il nuovo ministero avrà il compito di gestire una buona fetta dei 209 miliardi di euro del recovery fund. I soldi dell'Europa saranno infatti in gran parte destinati alle politiche per l'innovazione e la sostenibilità dello sviluppo. Accorperebbe il Mit (ministero delle infrastrutture e dei trasporti) e Mise (ministero dello sviluppo economico).

Gli altri Paesi

Una soluzione che avvicinerebbe l'Italia al modello europeo: in Francia il  ministero delle  Transizione ecologia accorpa Trasporti e Infrastrutture e la casella-chiave dell'energia, ed è nella cabina di regìa che gestisce e decide sul recovery assieme al presidente Macron e al ministro dell'Economia Bruno Le Maire. In Spagna lo stesso  ministero fa le politiche energetiche. In Svizzera, esiste un unico 'Dipartimento federale federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazionì che accorpa, appunto, ambiente, Sviluppo economico, trasporti. Soluzioni cariche di ripercussioni politiche in Italia, dove spostare competenze e poteri al Mit, o al Mise, è una piccola rivoluzione. Naturalmente, anche le nomine giocheranno un ruolo chiave, con la casella del nuovo  ministero che, se data a al ministro dello Sviluppo economico uscente, Stefano Patuanelli, o a quello degli Esteri Luigi Di Maio, offrirebbe ai 5 Stelle un incentivo in più. Proprio sugli stanziamenti per la conversione green, sull'utilizzo dei 209 miliardi che l'Europa vuole siano utilizzato per una vera e propria svolta, si profila già il braccio di ferro che caratterizzerà la 'messa a terrà del recovery italiano.

Le reazioni

"Un'ottima notizia: il ministero per la transizione ecologica entra nell'agenda di governo e diventera' realta'. Ringrazio Beppe Grillo per aver posto questo importante tema al centro del dibattito, e il presidente incaricato Draghi per la sensibilita' con la quale ha saputo accogliere la nostra proposta. Ho disposto che la votazione sul governo Draghi, oggi sospesa, si svolga sulla piattaforma Rousseau nella giornata di domani". Lo scrive su Facebook il capo politico del M5S Vito Crimi.

Il toto-superministro

Fra i papabili alla guida del nuovo superministero c'è Il candidato dato per sicuro è Enrico Giovannini, di formazione cattolica e tecnocratica, vicino a Letta Enrico. Ex presidente dell’Istat, oggi è docente e coordinatore dell’Alleanza per lo Sviluppo sostenibile. Il suo nome circola da giorni nei toto-ministri del governo Draghi. Per lui si è ipotizzato anche il dicastero del Lavoro, ruolo già ricoperto dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014 nel governo Letta. Sposato, padre di due figli, è stato anche Chief Statistician dell'OCSE dal 2001 all'agosto 2009. Quasi sicuramente ad occupare la poltrona di questo ministero sarà un tecnico. Ma la situazione, come dicono gli esperti, è fluida e per gestire gli equilibri nel nuovo governo le cose potrebbero cambiare fino all'ultimo.