Governo Draghi: è il giorno del voto M5S su Rousseau

Sì al Ministero della transizione ecologica. Sbloccata l'impasse in casa pentastellata. Conte: se fossi iscritto direi "sì". Resta il rebus esecutivo

Mario Draghi (Ansa)

Mario Draghi (Ansa)

Roma, 10 febbraio 2021 -  Quale sarà la composizione dell'esecutivo targato Mario Draghi? E' questa la domanda che serpeggia tra i partiti che puntano a sostenere il governo. Il primo segnale arrivato dall'ex numero uno della Bce è il sì al ministero della Transizione Ecologica. A chi verrà destinato ancora non c'è certezza. Anche se - inevitabilmente - è uno degli obiettivi dei pentastellati. Il nome in pole sarebbe quello di Patuanelli ma, qualora Draghi volesse un governo di 'discontinuità', non si esclude che possa andare ad un tecnico (si fa il nome di Giovannini) o ad un 'big' M5s, ovvero Di Maio se non venisse confermato alla Farnesina. Lo stesso premier uscente Conte, secondo quanto riferito, accetterebbe qualora il suo nome fosse promosso dal Movimento,. Il giurista pugliese oggi ha anche ribadito il suo appoggio a Draghi, spiegando che se fosse iscritto voterebbe sì su 'Rousseau'. Nelle prossime ore è atteso il verdetto degli iscritti alla piattaforma

Le prossime tappe

Il voto si terrà domani, dalle 10 alle 18. Per dare il via libera - questa la convinzione di chi apre all'esecutivo - all'ex numero uno della Bce. Al momento la 'sponda' del no sarebbe composta da una trentina di esponenti pentastellati, ma i 'possibilisti' vorrebbero che al premier uscente Conte venisse affidato un ruolo. L'ipotesi è che Draghi sciolga la riserva venerdì e che il giuramento avvenga sabato. Oggi con le parti sociali e con i rappresentanti della società civile non si è sbottonato ma da giorni avrebbe fatto intendere di pensare al 'modello Ciampi', ovvero ad un misto di politici e di tecnici. Difficilmente entreranno i leader. E' possibile che domani Draghi faccia un sondaggio con i partiti prima di andare poi al Colle per sciogliere la riserva

Il toto ministri

Cresce l'attesa per la squadra di Draghi. I ministri dem dovrebbero essere due: in questo caso uno andrebbe ad Orlando, l'altro a Franceschini. In questo schema Guerini potrebbe ricoprire il ruolo di vice segretario dem oppure essere indicato - qualora si dovesse riaprire la partita nelle prossime settimane - all'autorità delegata ai Servizi. Per FI si parla di Tajani al ministero degli Affari Europei (con Amendola che verrebbe candidato a Napoli), qualora ci dovesse essere un secondo nome si giocherebbe il 'derby' tra i due capigruppo, Gelmini e Bernini. Per la Lega si parla del dicastero dell'Agricoltura e di quello degli Affari regionali. Tra i nomi quelli di Molinari e Giorgetti (ma c'è anche l'ipotesi Bongiorno alla P.a). Per Italia viva Renzi punta sull'ex ministro Bellanova (l'alternativa è Rosato), per Leu il nome è quello di Speranza. Ma restano i dubbi, perché Draghi potrebbe propendere per un esecutivo di discontinuità. Puntando su dei tecnici per i dicasteri chiave (i nomi che girano sono sempre gli stessi, tra questi Franco, Cartabia, Riechlin, Bianchi, Ruffini e Belloni). Nel governo dovrebbe esserci anche la Lega. Oggi il 'Capitano' del Carroccio ha incontrato Berlusconi. Tra i due c'è sintonia e il Cavaliere ha espresso con il suo ospite soddisfazione per la mossa strategica della Lega, anche in chiave europeista. Per quanto concerne i rapporti con Fratelli d'Italia (da Giorgia Meloni l'unico "no") si procederà a nuove valutazioni. Determinanti saranno le candidature alle prossime amministrative, anche se non è chiaro quando si terranno. Oltre al rebus dei ministri c'è da sciogliere anche il nodo dei vice ministri e dei sottosegretari: per questa seconda partita potrebbero essere avvantaggiati i rosso-gialli, rispetto ai nuovi 'arrivati'.