Roberto Castelli lascia la Lega e fa appello agli autonomisti: “Insieme possiamo farci sentire”

L’ex ministro della Giustizia, fondatore e presidente dell'associazione Autonomia e Libertà: “Il verde si è stinto e la parola ‘Padania’ cancellata”. Poi una critica a Roberto Calderoli e Matteo Salvini

Conferenza stampa di Roberto Castelli con Giulio Arrighini e Francesca Losi

Conferenza stampa di Roberto Castelli con Giulio Arrighini e Francesca Losi

Milano, 21 settembre 2023 – "E' un giorno triste, ma anche stimolante. E' una fine ma anche un inizio". Una fedeltà iniziata nel 1986 nel segno tuttora presente di Umberto Bossi, fino a diventare un nome storico del movimento. In una conferenza stampa al Centro Congressi della Fondazione Stelline, a Milano, Roberto Castelli, ex ministro della Giustizia, fondatore e presidente dell'associazione Autonomia e Libertà, spiega la decisione (sofferta e "maturata da tantissimo tempo") di lasciare la Lega.

“Un partito che non riconosco più”

"Oggi non si può più tacere. Questo partito non lo riconosco più negli ideali per cui è nata la Lega. Questi ideali a poco a poco stanno scemando. Il verde della Lega si è stinto, sostituito dal blu. La parola 'Padania' cancellata per ordine preciso da tutti i media e dagli esponenti del partito. Non è più un partito per l'indipendenza della Padania. La Lega per Salvini premier vede un'accentuazione non della questione centrale dell'indipendenza delle nostre terre, ma della promozione di un leader."

L’appello agli autonomisti

La questione settentrionale a cui "vogliamo dare voce", anche perché "paradossalmente il Nord è rimasto senza rappresentanze a Roma". Un sindacato del Nord ritenuto "più che mai necessario". Castelli preannuncia un futuro di dialogo con le formazioni e con quanti si riconoscono negli ideali del Nord, con un appello "agli autonomisti che soffrono di frazionismo: se ci uniamo forse potremo fare sentire la nostra voce, fare sentire la voce del Nord". "Fra autonomisti, indipendentisti, secessionisti, esistono almeno cinquanta sigle che parlano poco tra di loro o che non si parlano. Se ci uniremo, potremo fare e costruire. Altrimenti, se ognuno continua a coltivare il suo orticello, vale il detto latino 'divide et impera'".

Una critica a Calderoli

Sul tema dell'autonomia, Castelli riserva una critica all'ormai ex compagno di partito Roberto Calderoli, che da ministro lavora a un ddl sull'autonomia: "Ci sono grossi pericoli che ulteriori miliardi finiscano al Sud" attraverso la definizione dei livelli essenziali di prestazione.

L’attacco diretto a Salvini

L'attacco diretto a Salvini è legato alle priorità del ministero retto dal segretario federale: "Sembra che l'attuale ministro delle Infrastrutture, nonché segretario della Lega per Salvini premier, abbia in mente soltanto il ponte sullo Stretto di Messina. Da un punto di vista simbolico e fattuale dimostra una precisa scelta di campo. Siamo a pochi anni dalle Olimpiadi di Cortina-Bormio e le opere infrastrutturali non sono nemmeno cominciate".

Umberto Bossi

"Non ho sentito Bossi - precisa Castelli -. Questa è una decisione nostra, autonoma. Ritengo che Bossi sia al corrente". Il Comitato Nord, voluto dal patriarca leghista? "Noi parliamo con tutti, non abbiamo mai smesso di parlare con tutti. Il dialogo c'è da tanto tempo e dura tuttora".

Il futuro

Ipotizza il futuro personale con un parafrasi manzoniana: "Non voglio più candidarmi, ma se l'associazione continuerà a crescere, sarà inevitabile un impegno elettorale a ogni livello. Se si riuscisse a costruire un'alleanza europea di forze autonomiste, dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno, oppure stando su un corridoio europeo da Helsinki a La Valletta, ci sarebbe il mio sostegno politico".