REDAZIONE POLITICA

Crisi, tempi più lunghi. Salvini: "Verso governo dei migliori fatto dai peggiori"

Fico atteso al Colle ma la situazione si complica per una serie di veti incrociati. I nodi lavoro, giustizia e Mes

Il leader della Lega Matteo Salvini

Roma, 2 febbraio 2021 - La strada torna a salire. Tanto che il presidente della Camera, l'esponente del Movimento Cinque Stelle Roberto Fico, impegnato nel tentativo di individuare una maggioranza per la formazione di nuovo governo, potrebbe chiedere altro tempo per proseguire nelle trattative con i gruppi politici. Intanto Matteo Salvini non risparmia bordate: "Il governo dei migliori varato dal parlamento dei peggiori, dei Ciampolillo, dei cambia bandiera è difficile ipotizzarlo. E poi, per far cosa? Noi siamo per il taglio delle tasse, per Quota 100, per la riapertura immediata in sicurezza di bar, ristoranti, piscine e palestre; dall'altra parte dicono l'esatto contrario. Faccio un governo per bisticciare? L'unica seria da fare, se salta, è ridare la parola agli italiani».

Eppure doveva essere oggi il giorno decisivo per chiudere la partita, almeno secondo le intenzioni iniziali del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che quattro giorni fa ha affidato alla terza carica dello Stato il mandato a trovare la quadra per la formazione di un nuovo governo. Dentro e fuori il palazzo si è lavorato per disegnare sulla carta il Conte-ter, questa l'ipotesi per il momento più battuta, senza però che ci sia ancora il consenso di tutti gli attori che ieri hanno partecipato fino a sera al tavolo di confronto con Fico sul nome del giurista pugliese. Possibile, quindi, che alla fine spuntino nomi differenti dal mazzo.

Restano un'incognita, in particolare, le scelte di Matteo Renzi, il leader di Italia Viva che ha aperto la crisi con le sue critiche alle ultime mosse dell'esecutivo uscente e il ritiro dei suoi ministri dalla squadra di governo. In molti pensano che l'ex sindaco di Firenze alla fine possa impallinare Conte, con il quale il feeling non è mai scattato.Renzi potrebbe utilizzare i dubbi sul Mes con il Movimento Cinque Stelle o lo scontro sul "contratto di governo" - Italia Viva lo vuole subito, le altre forze solo dopo l'incarico al presidente del consiglio uscente - per far saltare il banco. In tutto questo il convitato di pietra al tavolo delle trattative Giuseppe Conte, continua nel suo silenzio, almeno in pubblico.  

La giornata di oggi

I tempi, innanzitutto. Fico potrebbe avere quasi tutta la giornata per tessere i fili della mediazione, con l'appuntamento ai rappresentanti dei gruppi politici aggiornato a questa mattina. Poi dovrà salire al Colle per riferire a Mattarella il risultato del suo lavoro. In mattinata, alle 11, il Capo dello Stato sarà alla Cerimonia di presentazione della Relazione sull'attività svolta dal Consiglio di Stato e dai Tribunali amministrativi regionali nell'anno 2020. Un impegno che "allunga la vita" a Fico e a tutti gli attori impegnati a trovare una quadra nella difficile partita. Il presidente della Camera potrebbe vedere l'inquilino del Quirinale nel tardo pomeriggio o a sera. Addirittura non è escluso che Mattarella gli possa concedere altro tempo, un "supplemento d'indagine" che potrebbe anche rivelarsi decisivo, date i tanti pezzi del puzzle da sistemare. Se quindi l'esponente pentastellato manifestasse esigenza di qualche ora in più per completare il suo disegno, non è escluso che possa riferire anche domani, mercoledì 3. Fico, hanno detto i partecipanti alla trattativa, potrebbe farsi da garante con Mattarella proprio della richiesta di altro tempo che arriva anche dai gruppi impegnati nel confronto. 

I nodi

Ma di cosa stanno discutendo i protagonisti della trattativa? Sono numerosi i temi sul tavolo. Gli scogli sono l'utilizzo del Mes, la linea di credito europea cui accedere per spese sanitarie, caldeggiato da Italia Viva e, al momento, bocciato dal Movimento Cinque Stelle ma anche il documento con i punti fondanti dell'intesa di governo. Italia Viva vorrebbe elaborarlo subito, prima di avere il nome del futuro premier. Gli altri gruppi - Pd, M5S, Leu ed Europeisti - sono d'accordo con il "contratto", ma solo dopo l'incarico a Conte.

C'è poi il caso giustizia, con la riforma Buonafede sulla prescrizione che continua ad agitare tutti i protagonisti del confronto, Italia Viva in primis che la vede come fumo negli occhi Ieri ogni partito ha portato i suoi mattoncini al confronto. Le singole forze hanno piantato le loro bandierine, insistendo sui temi più cari. Pentasellati e Pd hanno battuto sul tasto lavoro. Il Movimento ha rilanciato le sue parole d'ordine: il salario minimo, gli ammortizzatori sociali agli autonomi e il completamento della riforma del reddito di cittadinanza con il rafforzamento delle politiche attive e dei controlli.

Lo stesso ha fatto il Pd, che ha messo sul piatto un piano per l'occupazione femminile, la questione parità nelle retribuzioni e due riforme: quella sugli ammortizzatori sociali e quella del fisco. Da Liberi e uguali la spinta a rinnovare ristori, cassa integrazione e blocco licenziamenti, quest'ultimo anche in polemica con il presidente di Confindustria Carlo Bonomi che, da parte sua, ha "blindato" il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri. E gli Europeisti? Il gruppo dei responsabili formatosi nello scompiglio precedente l'ultimo voto di fiducia punta tutte le sue carte su Conte e i suoi portacolori si propongono come pretoriani del presidente del consiglio.

ll centrodestra

L'opposizione attende l'esito del confronto provando a tenere il punto sulla richiesta di andare al voto. Un'ipotesi sempre più lontana che però serve a tenere tutti i partiti del centrodestra sulla linea del Piave, funzionando anche da freno a eventuali tentazioni di sostenere governi d'impianto istituzionale. I sospetti, in questo caso, riguardano come da tradizione Forza Italia anche se Giorgia Meloni ha voluto garantire per il Cavaliere, sostenendo di averlo sentito escludere categoricamente ogni possibile intesa con le forze di maggioranza. Il leader leghista Matteo Salvini, anche lui convinto che la strada maestra debba essere il voto, ha già fatto la sua previsione sulla giornata di oggi. "Scommettiamo un caffè che vanno avanti altri giorni perché ancora non si sono messi d'accordo su chi entra e chi esce e su chi fa il ministro? - ha detto l'ex ministro dell'Interno -  Se domani vanno al Quirinale e vengono loro concesse ancora due-tre-quattro-cinque giorni, veramente non avrei modo di commentare in maniera educata"