Draghi: "Recuperare i giorni di scuola perduti"

Il premier incaricato ha illustrato le prime linee guida del programma: dalla revisione del calendario scolastico alle riforme di fisco, pubblica amministrazione e giustizia civile

Ragazzi in aula con la mascherina

Ragazzi in aula con la mascherina

Roma, 8 febbraio 2021 - Mario Draghi pigia sull'acceleratore. E, al termine della prima giornata del secondo giro di consultazioni, quello dedicato ai partiti minori, inizia a indicare le sue priorità. Temi che ha messo sul tavolo nei colloqui di oggi e che riproporrà domani, nei suoi faccia a faccia con i gruppi più rappresentati in parlamento. L'ex presidente della Banca centrale europea non intende perdere tempo. Anzi, lo vuole recuprare, almeno su un fronte che stato spesso al centro della polemica fra gli schieramenti, nei mesi del governo Conte-bis.

Obiettivo sulla scuola

Nella ritrovata concordia trasversale, quindi, uno dei primi provvedimenti che il governo potrà porre all'attenzione del parlamento sarà quello del recupero dei giorni di scuola perduti a causa della pandemia. Come? Attraverso una revisione del calendario. Il premier incaricato lo ha illustrato alle delegazioni incontrate questo pomeriggio alla Camera. Una delle ipotesi è quella di tornare tra i banchi anche nel periodo estivo anche se, ha spiegato Draghi ai suoi interlocutori, "bisogna valutare la fattibilità". Diverse, infatti, sono le questioni che si presenterebbero in caso il nuovo governo scelga questa strada: dalla necessità di trovare un accordo con i lavoratori della scuola, docenti ma anche personale amministrativo e ausiliari ma anche la possibilità che possa la misura possa cozzare contro le abitudini della popolazione italiana, genitori e ragazzi, abituati al lungo periodo di vacanze scolastiche. Del resto l'esigenza di una revisione del calendario delle lezioni, più in linea con quanto accade nel resto d'Europa, è tema da tempo sul tavolo nel dibattito riguardante l'istruzione. La scuola, comunque, hanno riferito diversi parlamentari che hanno incontrato l'ex governatore della Bce, è uno dei punti chiave del programma del governo cui Draghi sta lavorando. E un altro cruccio del premier incaricato, oltre al recupero del tempo perduto, è quello di far sì che il primo settembre tutte le cattedre siano assegnate. Una chimera fino a oggi. E un obiettivo che se fosse centrato permetterebbe all'esecutivo di guadagnare sicuramente in popolarità e stima, anche al di fuori dei confini italiani. 

Vaccini: avanti tutta

Fra i primi dossier sul tavolo del governo Draghi ci sarà sicuramente la battaglia alla pandemia, da riprendere con vigore ancora maggiore, dato che il virus non ha certo smesso di circolare, come dimostrano gli ultimi dati e le mini-zone rosse attivate di recente. Nell'immediato, avrebbe riferito Draghi durante le consultazioni, occorrerà "implementare" l'attuale piano vaccinale, in modo che diventi realmente "efficace". Infatti solo quando tale piano avrà raggiunto un livello alto di vaccinazione della popolazione, "si potrà tornare a lavorare" e "a spendere". Tuttavia, avrebbe osservato il presidente incaricato, è difficile pensare a una ripresa dell'economia rapida. L'Italia si potrebbe trovare a gestire una alto tasso di disoccupazione; questo implica che il governo dovrà "tutelare le persone che perdono il lavoro". Su questo fronte, se la maggioranza dovesse davvero essere così ampia come sembra, il presidente del consiglio si troverà con una "mission" da far tremare i polsi: cercare di individuare una sintesi fra le differenti proposte sul tema lavoro dei partiti che lo sosterranno, fino a oggi spesso su barricate opposte per quanto riguarda occupazione ed economia.  Per quanto riguarda le imprese, oltre al loro sostegno, c'è il problema del loro indebitamento con le banche, dei crediti che potrebbero trasformrsi in crediti deteriorati, il che implica rafforzare la solidità del sistema bancario.

Tris di riforme

Draghi avrebbe indicato tre riforme da varare insieme alle operazioni che ci consentano di utilizzare i fondi del piano Next Generation EU (a questo proposito l'ex numero uno della Bce avrebbe indicato prioritari gli investimenti su ambiente e infrastrutture, quest'ultimo capitolo caro, per esempio, alla Lega). Le riforme indicate da Draghi sarebbero fisco, pubblica amministrazione e giustizia civile. Ad alcuni interlocutori che gli hanno chiesto lumi sulla riforma della giustizia penale, comparto che è stato fonte di numerosi scontri all'epoca del Conte-bis, Draghi avrebbe risposto di ritenerla importante, ma che l'Unione Europea, nell'ottica del Recovery Plan, ci chiede solo quella della giustizia civile.