Dai giovani al "debito buono": ecco qual è il "Draghi-pensiero"

Mentre iniziano le consultazioni coi partiti proviamo a capire quali sono i "punti fermi" del pensiero politico di "SuperMario"

Mario Draghi al meeting di Rimini (Dire)

Mario Draghi al meeting di Rimini (Dire)

Dal momento in cui, ormai un paio di giorni fa, il suo nome è stato ufficialmente indicato come quello di presidente incaricato, su Mario Draghi si è scatenata la curiosità di molti. L'ex presidente della Banca Centrale Europea e della Banca d'Italia, bisogna dirlo, è una persona riservata e per certi versi schiva, ma in un paio di occasioni pubbliche ha mostrato in modo molto chiaro ed evidente quale sia il suo pensiero sull'Italia, sull'Europa, sui giovani e sul debito pubblico. Proviamo allora, in maniera semplice e schematica, ad analizzare per punti il "Draghi-pensiero".

INVESTIRE SUI GIOVANI

Mario Draghi è fermamente convinto che per assicurare un futuro positivo al Paese sia necessario Investire sui giovani e assegnare all'educazione un ruolo fondamentale per prepararli a quello che avverrà nei prossimi anni. Lo si era chiaramente capito durante l'intervento che fece nell'agosto dello scorso anno al 41esimo Meeting di Rimini. Un discorso molto articolato ma decisamente chiaro e che, a detta molti, faceva già presagire una certa voglia di entrare nell'arena politica Italiana. "Se guardiamo alle culture e alle nazioni che meglio hanno gestito l'incertezza e la necessità del cambiamento - disse Draghi - hanno tutte assegnato all'educazione il ruolo fondamentale nel preparare i giovani a gestire il cambiamento e l'incertezza nei loro percorsi di vita, con saggezza e indipendenza di giudizio. Ma c'è anche una ragione morale che deve spingerci a questa scelta e a farlo bene: il debito creato con la pandemia è senza precedenti e dovrà essere ripagato principalmente da coloro che sono oggi i giovani. È nostro dovere far sì che abbiano tutti gli strumenti per farlo pur vivendo in società migliori delle nostre. Per anni una forma di egoismo collettivo ha indotto i governi a distrarre capacità umane e altre risorse in favore di obiettivi con più certo e immediato ritorno politico: ciò non è più accettabile oggi. Privare un giovane del futuro è una delle forme più gravi di diseguaglianza".

IL DISCORSO DI RIMINI, ANCORA OGGI ATTUALE

In occasione del Meeting di Rimini Draghi si espresse sulla pandemia, sulla profonda crisi mondiale e sulle sfide come la digitalizzazione, divenuta una necessità proprio per il Covid-19. Allora parlò dell'importanza di avere una visione chiara e di fare scelte sagge in base al futuro che si vuole costruire. Un discorso, insomma, che oggi risuona particolarmente attuale e decisamente adeguato.  In quell'occasione Draghi disse chiaramente che per una rinascita bisogna puntare sulle nuove generazioni.  

IL CONCETTO DI "DEBITO BUONO"

L'ex presidente della Bce parlò anche di debito, per una visione di lungo periodo, necessario per la ricostruzione e sottoscritto da paesi, istituzioni, mercati e risparmiatori. "Questo debito sarà sostenibile, continuerà cioè a essere comprato in futuro, se utilizzato a fini produttivi ad esempio investimenti nel capitale umano, nelle infrastrutture cruciali per la produzione, nella ricerca ecc. se cioè è "debito buono". La sua sostenibilità verrà meno se invece verrà utilizzato per fini improduttivi, se sarà considerato "debito cattivo".