Cazzago Brabbia, il club Giorgetti fa gli scongiuri: "Stai lontano dall’Economia, è dura"

Parenti e amici nel "Mondo piccolo" di Giancarlo Giorgetti, ministro (varesino) in pectore. "Incarico troppo pesante". "Ma lui riesce in tutto"

Giancarlo Giorgetti

Giancarlo Giorgetti

Cazzago Brabbia  (Varese), 16 ottobre 2022 -  Da secoli gli abitanti di Cazzago Brabbia sono noti in Valbossa come "i nebi": "i nebbiosi". Il soprannome allude non solo alla nebbia, quella vera, quella che d’inverno stringe questo paese di neanche 800 anime salendo da sud, dalla palude Brabbia, e da nord, dal lago di Varese. Allude anche a una certa difficoltà a leggere i pensieri dei cazzaghesi, alla loro riservatezza. E allora il cittadino più illustre del paese – Giancarlo Giorgetti, vicesegretario della Lega, già ministro allo Sviluppo Economico e ora quotato come ministro dell’Economia – da questo punto di vista è uno dei tanti: di poche parole come tutti. "La nostra non è timidezza: è volontà di usare bene le parole": così spiega l’insegnante di Cazzago. "Giorgetti" è un modo di essere comune qui. Ed è un cognome altrettanto diffuso: lo portavano 8 dei 21 caduti in guerra dei quali il paese perpetua la memoria con un piccolo bosco accanto all’oratorio, un monumento fatto di 15 alberi. Difficile ricostruire quello genealogico dei Giorgetti: "Si dice che a un certo punto, qui a Cazzago, si siano divisi in clan" racconta l’insegnante che di nome fa Eva e di cognome... manco a dirlo. Sono quasi tutti imparentati, alla vicina o alla lontana. A poche centinaia di metri dall’accogliente locale in cui Eva ci parla (il “Bon“, ristorante, bar e alimentari) c’è la casa in cui Giorgetti – quello famoso – è cresciuto.

Neanche questa dà nell’occhio: una villetta bifamiliare color rosso-arancio affacciata sul lago. Sul citofono c’è ancora il nome del papà: Natale Giorgetti. A uscire è il fratello minore di Giancarlo: Francesco. Resta sulle scale. Ci assicura che di parole su quel ministero non ne stanno girando in casa: "Mio fratello non ce ne ha parlato". Eppure, complice il papà, in passato, proprio in quella casa, di politica si è sempre parlato tanto: "Ma io sono l’unico dei tre fratelli che non la fa". Chiede di non essere fotografato: "Giancarlo non apprezzerebbe". Gentile, garbato, ma non vede l’ora di congedarsi: un "nebi" fatto e finito. Una confidenza, però, ce la fa: "In famiglia speriamo che Giancarlo non diventi ministro dell’Economia. Per la sua serenità, meglio di no. Sarebbe un incarico troppo pesante. Adesso a livello internazionale ci sono poche certezze".

Giuseppe Giorgetti, detto Pino, il più grande dei tre, parla ancor meno. Lui, invece, fa politica. Da anni. Milita nella Lega. Per due volte concordiamo un appuntamento, per due volte disdice. Nel suo caso il silenzio è quello di protocollo: "Non è opportuno parlare di certe cose ora". No, di parole su quel ministero, in casa Giorgetti, non ne stanno proprio girando. Gira quella preoccupazione, lo conferma anche Pino, è una delle due cose che ci dice: "Da fratello spero che non prenda l’Economia. Voglio il suo bene: quel ministero è complicato in una fase così incerta". Del resto, potersi orientare è fondamentale in un paese di nebbia e pescatori: tale era Natale Giorgetti. "Il papà di Giancarlo è stato un grande presidente della nostra cooperativa. Per 30 anni si è battuto come un leone contro gli inquinatori del lago" racconta Gianfranco Zanetti, 75 anni, uno dei due pescatori rimasti a Cazzago, ora alla guida della stessa cooperativa, che oggi festeggia 100 anni. E Giorgetti – quello famoso – ci sarà: "Lui è presidente onorario. Ha rinunciato alla presidenza ordinaria perché incompatibile con gli incarichi di Governo – fa sapere Zanetti –. Lui all’Economia? Persona seria e degna. Sarà dura far tornare i conti in un momento in cui di soldi non ce ne sono, ma se lui si pone un obiettivo, lo centra".

E allora la seconda cosa che ci dice Pino riguarda proprio l’obiettivo: non è vero che Giancarlo avrebbe voluto fare il pescatore, come ha detto talvolta Emilio Magni, sindaco di Cazzago, uomo di sinistra che stima il vicesegretario leghista: "È serio e capace. Non è un bauscia come Salvini. Grazie a lui la Lega, a Cazzago, alle Politiche, ha preso la percentuale di voti più alta di tutta la provincia di Varese. Salvini ha fama diversa, qui". L’altro pescatore del paese è Ernesto Giorgetti, papà di Eva, l’insegnante. Per lei Giancarlo è rimasto "un ragazzo alla mano, di paese". E nulla la induce a pensare che cambierà se dovesse diventare ministro.