
INCERTEZZA Da sinistra l’allenatore Aimo Diana alla sua prima stagione a Pavia al raduno a Certosa di Pavia insieme al dirigente Stefano Braga e al direttore generale Massimo Londrosi (Torres)
Pavia, 10 agosto 2016 - Per il neonato Football club Pavia 1911 peggio di così non sarebbe potuto andare. La Figc ha respinto la richiesta del dg Massimo Londrosi, sottoscritta anche dal sindaco Massimo Depaoli, di iscrivere la formazione pavese, fallita poche settimane fa e risollevata attraverso l’intervento di Palazzo Mezzabarba, alla serie D. La Federazione ha risposto che il Pavia 1911 si dovrà accontentare di una poco prestigiosa Eccellenza. Un’opzione che la società sta valutando e che sembra decisa a respingere. L’ufficialità è arrivata ieri pomeriggio da Roma, trattandosi di una deroga ai regolamenti. Un fulmine a ciel sereno. Nel calendario formalizzato dalla Lega calcio manca la nuova squadra di Pavia. La deroga per l’iscrizione della nuova società del Pavia 1911, costituita dal sindaco Depaoli e ceduta ai nuovi soci Brega e Pacchiarotti, era stata concordata con il presidente della Federazione calcio, Carlo Tavecchio.
Il presidente della Figc aveva posto alcune condizioni: il pagamento di 150mila euro a fondo perduto, la richiesta di iscrizione al campionato dilettanti di serie D sottoscritta dal sindaco di Pavia, l’istanza di affiliazione della nuova società, un business plan credibile e un piano triennale. «Non ci sono motivazioni particolari – spiega il sindaco Depaoli –. Hanno respinto la richiesta della società di iscriversi alla serie D, nonostante tutte le garanzie concesse alle richieste di Tavecchio. Dalle poche righe di motivazioni che ci sono arrivate, dicono che è stata accolta invece la richiesta di iscrizione all’Eccellenza. Credo che a questo punto il progetto si fermerà. Siamo nati con un’idea differente e c’è già una squadra a Pavia. Penso di aver fatto tutto il possibile. Ho creato una società e mantenuto il marchio storico di una realtà centenaria. Voglio capire le motivazioni che hanno portato a questo scelta. Adesso, bisognerebbe capire cosa fare. Ho cercato di parlare con il presidente Tavecchio per capire il perché di questa decisione, ma non ho ricevuto risposte. Mi viene il dubbio che sia una scelta di carattere personale e non dettato da qualche carenza nella nostra offerta. L’importante è non tenere lo stadio Fortunati chiuso per un anno. Valuteremo a chi concedere l’utilizzo della stadio».
Adesso tutto è nelle mani del direttore generale Massimo Londrosi. Toccherà a lui, infatti, decidere insieme alla società cosa fare. Londrosi tra l’altro è identificato dagli amici del presidente federale come il responsabile del siluramento di uno degli uomini più vicini a Tavecchio, Mario Macalli, ex presidente di Lega Pro. Le vicende giudiziarie di Macalli sono partite proprio in seguito a un esposto di Londrosi.