UMBERTO ZANICHELLI
Sport

Vigevano dice addio al PalaBasletta: qui si è fatta la storia del basket in gialloblù

Chiude dopo oltre mezzo secolo il tempio della pallacanestro: un catino caldissimo che ha visto anche la serie A1, seppur solo per un’annata

Una partita di Vigevano al PalaBasletta

Una partita di Vigevano al PalaBasletta

Vigevano – Per oltre mezzo secolo è stato il "tempio" della pallacanestro vigevanese per due volte nella sua storia, salita alla ribalta della serie A. In queste settimane il PalaBasletta di Vigevano, per gli appassionati da sempre e per sempre "la Carducci", perché sulla quella via del centro si affaccia, sta ospitando le ultime partite della sua storia.

La storia di un campo bollente

In estate verrà demolito nell’ambito di un progetto di rigenerazione urbana che riguarderà anche il vicino complesso delle scuole elementari "Regina Margherita" e lascerà il posto a una struttura sportiva per basket e volley con una capienza di un migliaio di spettatori. Lo sport maggiore prenderà possesso del palasport di via Cappuccini che ha una capienza di 4.500 spettatori.

Inizialmente era davvero una palestra, con su uno dei lati corti la pedana per la boxe, ma già era considerato uno dei campi più "caldi" d’Italia. Sul suo parquet marrone scuro si sono consumati gli anni della prima esperienza in serie A, quelli della società presieduta da Luigi Colombo, che nella stagione 1977-78 ottenne la promozione in serie A2 e quella successiva in A1.

Le stelle in gialloblù

In quegli anni approdarono con la divisa gialloblù giocatori del calibro di Giulio Jellini, Claudio Malagoli, il croato Damir Solman e l’uomo del North Carolina, Clayde Mayes, rimasto un’icona del basket vigevanese. Con il passaggio nella massima serie il palasport di via Carducci venne ristrutturato, sistemate le tribune e le curve sino alla stagione 1983-84 quando la squadra, che in A1 disputò una sola stagione pagando gli infortuni all’andata ma disputando a media scudetto il girone di ritorno, scese in serie B.

Tempi di crisi

Vennero gli anni della crisi: nell’arco di sei stagioni Vigevano scivolò nell’allora C1 ma al palasport gli appassionati non mancarono mai. Una nuova sistrutturazione "mangiò" le prime file della tribuna centrale, riducendo di qualche centinaio di posti la capienza ma su quel legno, nel frattempo sostituito da un parquet più chiaro, continuarono a crescere i ragazzi innamorati della palla a spicchi.

La nuova "primavera" arrivò nella stagione 1993-94 quando la società ducale, ora guidata dal presidente Olindo Caso, acquisì il titolo sportivo di Asti e, guidata da coach Romano Petitti, colui che coniò per i tifosi ducali il titolo di "Salonicco d’Italia" ebbe accesso alla serie B1, il terzo campionato nazionale. La volta della "Carducci" avrebbe comunque dovuto vederne ancora di imprese: su tutte quella della squadra di coach Gigi Garelli, che nella stagione 2008-2009 sale in Legadue. Dopo un solo anno di serie A, al nuovo palasport, con il "Basletta" casa del basket minors e delle giovanili, via Carducci torna il centro del basket vigevanese che lo scorso anno è andata ad una sola partita dal ritorno tra i professionisti.

La nuova struttura

Ora la svolta. "Dispiace a tutti – commenta Marino Spaccasassi, gm della Nuova Pallacanestro Vigevano – ma in questa città c’è grande "fame" di spazi per lo sport e il mondo deve andare avanti". Al posto del palaBasletta sorgerà una struttura con la "cupola invertita" con l’ingresso principale posto all’angolo tra via Carducci e via De Bastici, che diventerà il fulcro del basket minore e giovanile. Ma che non avrà, almeno per molti anni, l’atmosfera unica di un palasport che è stato un pezzo di storia del basket italiano.