Pavia, morto con coltello nel petto: forse un incidente domestico

Non dirimenti i primi esiti dell’autopsia sul 46enne. Potrebbe essere caduto prima in bagno ferendosi alla testa e poi in cucina

La polizia in azione

La polizia in azione

Pavia - Se non è stata la tragica conseguenza di un gesto di autolesionismo, potrebbe essersi trattato di un incidente domestico, con la vittima caduta in avanti con il coltello in mano che gli si è conficcato nel petto. Ieri mattina è stata eseguita l’autopsia sul corpo del 46enne di nazionalità ucraina trovato privo di vita, nella serata di venerdì, nell’appartamento dove abitava in via Bricchetti. Non sarebbero al momento emersi elementi definiti ‘dirimenti’, ovvero la natura della ferita mortale al petto sarebbe compatibile con più ipotesi. Le ferite trovate sulla parte posteriore della testa sarebbero invece compatibili con una caduta, a sua volta compatibile con i sanitari trovati rotti in bagno. In attesa di ulteriori elementi che potranno essere forniti dal completo referto autoptico, oltre che dall’esito di altri accertamenti per indagini comunque ancora in corso, gli investigatori della squadra Mobile della Questura di Pavia riterrebbero prevalenti le due ipotesi del suicidio o dell’incidente domestico. La prima sarebbe motivata innanzitutto dallo stato di depressione riferito sia dall’ex compagna della vittima che dagli altri amici che, proprio perché preoccupati per il suo stato di salute, erano andati a trovarlo venerdì sera, facendo la macabra scoperta. Suicidarsi con un coltello in cucina e cadere in avanti, per quanto teoricamente possibile, sembrerebbe almeno anomalo. Meno improbabile sembra invece l’ipotesi del tragico incidente domestico.

Nella ricostruzione della serata della vittima, in base al sopralluogo della Mobile nell’appartamento, l’uomo potrebbe essere prima caduto in bagno, procurandosi le ferite dietro la testa, perdendo sangue e asciugandosi con salviette trovate sporche di sangue in bagno insieme ai sanitari rotti, forse sia per la caduta che per uno scatto d’ira. Il 46enne soffriva infatti di dipendenza da alcol, in cura al Serd (il Servizio dipendenze dell’Asst). E anche i vicini hanno riferito che lo vedevano spesso barcollare e inciampare. In questo stato sarebbe quindi andato in cucina, forse per prepararsi qualcosa da mangiare. E potrebbe essere ancora caduto, stavolta in avanti, col coltello da cucina in mano, la cui lama gli si è conficcata nel petto uccidendolo. Sia la posizione del ritrovamento del corpo sia la ferita sarebbero compatibili con questa ipotesi. Gli investigatori della Mobile non hanno invece trovato tracce che possano far ipotizzare la presenza di altre persone nella casa, anche se di per sé la ferita sarebbe compatibile anche con un colpo inferto da altri. E la porta è stata trovata aperta dall’ex compagna e dagli amici, ma era un’abitudine della vittima quella di non chiudere mai a chiave, anche per essere soccorso in caso di bisogno, consapevole delle sue frequenti cadute e condizioni di scarsa lucidità per abuso di alcol.