Il viso di Alessandro Volta ricostruito grazie alla tecnologia

Pavia, il ritratto dell'inventore della pila sarà mostrato al pubblico venerdì 5 maggio al museo per la Storia dell’Università

Alessandro Volta

Alessandro Volta

Pavia, 2 maggio 2017 - Il vero volto di Alessandro Volta ricostruito attraverso la tecnologia, sarà mostrato al pubblico alle 17.30 di venerdì 5 al museo per la Storia dell’Università. Benché il volto sia solo in parte influenzato dall’architettura ossea sottostante, le tecnologie moderne ci hanno offerto la possibilità di ottenere oggi, a quasi 200 anni dalla sua morte, un nuovo ritratto del viso dello scienziato comasco. La ricostruzione del volto di Alessandro Volta è stata realizzata nell’ambito del progetto sostenuto dalla Regione Lombardia  “Condividere il patrimonio museale universitario: nuove modalità di fruizione rivolte anche agli utenti con disabilità sensoriali”.

Alessandro Volta (1745-1827) è noto ai più per l’invenzione della pila e per la scoperta del metano. Sua è stata la cattedra di Fisica sperimentale dell’Università di Pavia, dove ottenne tanto seguito da spingere l’imperatore d’Austria Giuseppe II a ordinare la costruzione di un nuovo "teatro fisico", oggi "Aula Volta". E qui effettuò gli studi che lo condussero alla grande invenzione, la pila, che nel 1801 a Parigi presentò a Napoleone, suscitando grande entusiasmo. Negli anni successivi fu onorato da molte cariche e titoli: membro dell’Istituto lombardo di scienze e lettere, insignito della Legion d’Onore, nel 1809 Senatore del Regno d’Italia e Conte del Regno d’Italia.

La sua memoria vive nel Museo per la Storia dell’Università di Pavia, parte del Sistema Museale d’Ateneo, che nacque negli anni Trenta del Novecento per conservare testimonianza degli studi universitari nel campo delle scienze fisiche e mediche. Arricchì successivamente il proprio patrimonio con materiali relativi a diverse discipline, i più antichi dei quali risalgono alla seconda metà del XIV secolo. Le collezioni principali, di fisica e medicina, hanno entrambe un nucleo originario risalente alla seconda metà del secolo XVIII, quando, a seguito delle riforme volute dall’imperatrice d’Austria Maria Teresa, l’Università di Pavia divenne uno dei centri scientifici più all’avanguardia in Europa. La sezione di fisica si è sviluppata intorno agli strumenti dell’antico laboratorio di Alessandro Volta, ricostruito in una delle sale del Museo, mentre quella di medicina è erede delle raccolte anatomiche che Antonio Scarpa aveva organizzato proprio nei locali che attualmente lo ospitano. All’incrocio di queste collezioni si trova un preparato particolare: il calco in gesso del cranio di Alessandro Volta, realizzato in occasione dell’esumazione e del seppellimento definitivo delle sue spoglie nel 1875. Il cranio venne studiato da Cesare Lombroso che lo giudicò «di bellissime forme e d’una capacità di certo maggiore dell’ordinario», pur se dotato di «molti dei caratteri che gli antropologhi credono più propri alle razze inferiori», tratti degenerativi che secondo la visione lombrosiana potevano tuttavia coesistere anche negli uomini di genio.