MANUELA MARZIANI
Cronaca

Zinasco: "Qui da noi i migranti diventano sarti"

Dipendenti da Ghana, Nigeria, Tunisia e Cuba. «Puntiamo sull’accoglienza»

La titolare Lavinia Vincenzi con Mohamed Razak, uno degli ultimi due assunti

Zinasco (Pavia) 14 luglio 2019 - Hanno lasciato il loro Paese, il Ghana e la Nigeria, per arrivare in Italia con un barcone dopo un’esperienza drammatica in Libia. E in provincia di Pavia hanno trovato un lavoro che potrebbe dare loro un futuro. Digitalizzano cartamodelli Adam Bowa e Mohamed Razak entrambi di 28 anni. Sono gli ultimi assunti del Laboratorio Lavgon, nato nel 2004 nella stalla di una vecchia cascina e cresciuto fino a diventare una solida impresa di moda. «Ho iniziato con mia madre Michela Cittadino come coadiuvante – racconta Lavinia Vicenzi –. Volevamo ridare vita a una cascina creando una sartoria creativa e siamo cresciute puntando molto sull’accoglienza».

Oggi l’impresa ha 11 dipendenti, un negozio a Pavia che guarda il ponte coperto e uno a Torino. «La prima donna che abbiamo assunto – prosegue Lavinia – è stata una tunisina che lavorava da noi con un part-time di 2 ore al giorno. Adesso è full time e i suoi figli studiano nelle nostre scuole. Accanto a lei c’è una cubana che è con noi da 6 anni e due italiane, una delle quali segue le parti più progettuali». Dietro al Laboratorio Lavgon, infatti, c’è una filosofia. La linea di abbigliamento è frutto di una continua rielaborazione di una stessa linea semplice e minimale. «E’ fondamentale la scelta dei tessuti, che sono frutto di una minuziosa ricerca – insiste Lavinia, rientrata in Italia dopo un’esperienza di lavoro in un grande show room di Madrid –. Andiamo a visitare personalmente le manifatture italiane ricercando sempre un contatto diretto anche con le produzioni straniere. Riutilizziamo materiale di scarto riciclandolo per la realizzazione di accessori e inserti sui capi. Non diamo importanza alla proposta stagionale, il capo è una continua rielaborazione di se stesso: pezzo unico nella tradizione del nuovo. Il nostro è un lavoro di èquipe che si svolge in orizzontale, non esistono gerarchie, si dà valore ad ognuno. In questo modo emergono i talenti personali e le difficoltà linguistiche si superano».

Il successo raggiunto per Lavinia Vicenzi e Michela Cittadino è una sorpresa assoluta, che non poggia sui social. «La nostra è una moda semplice – ammettono – che vuole valorizzare la donna troppo spesso mortificata dalle collezioni che si trovano nei negozi adatte alle magre e alle giovani. I nostri modelli, invece, valorizzano le donne dalla taglia 38 alla 54 che non si sentono mai inadeguate». La fascia di prezzo dei capi che si trovano nel laboratorio va dai 90 ai 130 euro per una gonna. «Ma non è fabbricata in Bangladesh – conclude Lavinia –, i nostri tessuti sono migliori. E allo studio ora abbiamo anche una collezione sposa a prezzi contenuti. Sarà un nuovo modo per metterci in gioco».