Pavia, scoperta una zecca clandestina: coniava monete da 50 centesimi / VIDEO

La base era pronta a realizzare 2.000 pezzi al giorno. I carabinieri hanno arrestato tre persone

Zecca clandestina scoperta a Pavia

Zecca clandestina scoperta a Pavia

Pavia, 11 luglio 2018 - I carabinieri del comando provinciale di Pavia hanno scoperto una zecca clandestina in una struttura abbandonata vicino a Villanterio. I controlli sono scattati dopo le segnalazioni di attività illecite nella zona. Incrociando i dati con il database dei controlli fatti dai carabinieri si è riscontrato che nella zona erano state notate alcune persone, tutte con precedenti penali per la produzione e commercializzazione di monete contraffatte, e con precedenti di mestiere nell'ambito della metallurgia o della meccanica. Sono stati così coinvolti i carabinieri dell'Antifalsificazione Monetaria di Roma, reparto specializzato nel contrasto al traffico di valuta falsa, considerato dalla Banca centrale europea riferimento per l'antifalsificazione monetaria. 

È stata così individuata come possibile base del gruppo criminale una struttura dismessa dentro un deposito di bevande che veniva usata da una delle persone coinvolte. L'irruzione, avvenuta il pomeriggio del 9 luglio, ha permesso di arrestare tre persone: N. D. 61 anni di Reggio Calabria residente a Torino, G.M. Classe 55 anni di Rovigo residente nel torinese e M.C. di 54 anni da Como, residente nel Bergamasco, sono stati sorpresi in flagranza mentre producevano di monete metalliche da 50 centesimi di euro. Utilizzavano un sistema industriale di presse meccaniche insieme ai coni realizzati artigianalmente con sistema elettrolitico. Nell'operazione, insieme ai macchinari, sono state sequestrate oltre 250 monete che costituivano un campionamento per testare la capacità produttiva e la qualità del prodotto realizzato: l'attività della zecca clandestina era infatti verosimilmente nelle fasi iniziali e la produzione effettuata si dovrebbe aggirare intorno a qualche migliaio di monete vendute a circa il 50% del loro valore nominale. Il macchinario utilizzato dai falsari, a pieno regime, avrebbe consentito di coniare circa 2.000 monete al giorno, destinate a commercianti collusi nelle province italiane ma anche estere, che le avrebbero reimmesse in circolazione nella loro normale attività.