"In auto con uno stupratore, sono salva grazie alla videochiamata a casa e alla polizia"

Voghera, 25enne racconta la notte da incubo con un 60enne che l'ha fatta salire in auto e si è abbassato i pantaloni

Voghera, 30 novembre 2022 – “Ero andata a prendere le sigarette, mentre ne stavo fumando una fuori dal locale con un amico, sono stata avvicinata da una persona che conoscevo bene. Mi ha chiesto di salire in auto con lui perché doveva parlarmi di un problema di famiglia. Mi sono fidata e, anche un po’ preoccupata, ho accettato”. E’ cominciata così la serata da incubo di Luisa (nome di fantasia), 25 anni.

Un’ora molto difficile durante la quale l’uomo si è abbassato i pantaloni e ha afferrato la mano della ragazza. Solo con un’estrema freddezza e un sapiente uso della tecnologia Luisa. è riuscita a sfuggire al suo stupratore e a denunciarlo. “Ho fatto una videochiamata a tre - racconta la donna -, ho chiamato mio marito, mio padre e la polizia inviando tutte le posizioni. Volevo che qualcuno riuscisse a raggiungermi il più presto possibile, ma purtroppo l’uomo aveva capito che ero in contatto con la mia famiglia e dirigeva l’auto in tutti i punti in cui la connessione cadeva. Così è stato più difficile”.

Ma alla fine, in periferia, il padre è riuscito a raggiungere la ragazza che, casualmente, aveva trovato in giro un taglierino e lo aveva infilato nella borsa. Con quello la donna ha minacciato il 60enne ed è scesa dall’auto per correre tra le braccia del padre. Allo stupratore ha pensato poco dopo la polizia e successivamente la giovane ha formalizzato la denuncia.

“Adesso spero che la giustizia faccia il suo corso – dice ancora la 25enne – e di riprendermi presto”. E’ ancora sotto choc la ragazza mamma di due bambini, che però ha avuto il coraggio di non nascondersi. Anzi, per evitare che altre persone possano cadere nella trappola che il 60enne tende, ha pubblicato subito su Facebook un post nel quale ha raccontato quanto le è successo e ha deciso di rendere pubblica la disavventura che ha vissuto a pochissime ore dalla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

“Istintivamente mi metto sulla difensiva - ha concluso -, spiego che mi sono fidata perché conoscevo bene questa persona, che ho usato il taglierino solo per proteggermi e un po’ mi sento in colpa perché ho fatto preoccupare la mia famiglia, ma sbaglio. Chi deve sentirsi in colpa non sono io, bensì l’altra persona”