Markiv eroe della controffensiva in Ucraina: dal carcere di Pavia alla guerra ai russi

Riappare sui social Vitaly Markiv, il soldato della Guarda Nazionale arrestato, processato, condannato e poi assolto per l'omicidio del fotoreporter pavese Andy Rocchelli

Il soldato ucraino Vitaly Markiv

Il soldato ucraino Vitaly Markiv

Pavia, 13 settembre 2022 - Il suo nome e il suo volto sono ben conosciuti a Pavia, oltre che in Ucraina. Vitaly Markiv, soldato della Guardia Nazionale arrestato, processato, condannato e poi assolto per l'omicidio del fotoreporter pavese Andrea "Andy" Rocchelli del 24 maggio 2014, per i connazionali ucraini è sempre stato un eroe. E lo è ancora oggi, impegnato in prima linea nella controffensiva ucraina per 'liberare' i territori precedentemente 'occupati' dagli 'invasori' russi.

Dal pomeriggio di ieri, lunedì 12 settembre, è stato messo in rete un post, scritto in caratteri cirillici, con una foto "del soldato della Guardia Nazionale Viutaly Markiv" immortalato vicino a un grande cuore rosso con la scritta "Siamo a Sviatohirsk". "Non ci sono ancora rapporti ufficiali da parte dello Stato Maggiore o del Ministero della Difesa - si precisa nel testo in cirillico - Sui social network sono apparse foto della bandiera ucraina issata sul portico del consiglio comunale nonché del soldato della Guardia Nazionale Viatly Markiv e della scritta Siamo a Sviatohirsk". Così il testo racconta che "Le forze di difesa dell'Ucraina nella regione di Donetsk sono entrate a Sviatohirsk e stanno liberando l'area", riportando anche che "Secondo la fonte dell'UP, si tratta di Forza armate e del battaglione operativo della NGU intitolato all'eroe dell'Ucraina Serhiy Kulchytsky".

Vitaly Markiv, nato in Ucraina nel 1989 (oggi 33enne), era arrivato in Italia da ragazzino, nel 2002, insieme alla sorella, per raggiungere la madre, nel Maceratese. La donna, sposando un italiano, aveva acquisito la cittadinanza italiana e così anche il figlio, al compimento dei 18 anni, ha ottenuto la doppia cittadinanza. Alla fine del 2013 era rientrato in Ucraina, prendendo parte agli scontri in piazza Maidan a Kiev e arruolandosi poi nei Battaglioni di volontari inseriti nella Guardia Nazionale, alle dipendenze del ministero dell'Interno ucraino. Gruppi paramilitari ai quali erano affidati compiti di difesa del territorio, contro i separatisti filo-russi. Il giovane in pochi mesi si era conquistato un grado di sottufficiale ed è arrivato ad acquisire sul campo un ruolo di comando. In base all'esito delle indagini compiute dai carabinieri dei Ros nell'inchiesta aperta dalla Procura di Pavia, era proprio lui a comandare la milizia che aveva la difesa della collina (con antenna-ripetitore) dalla quale sono partiti i colpi prima di mitra e poi di mortaio che hanno ucciso Andrea Rocchelli e l'interprete russo Andrej Mironov, ferendo il fotoreporter francese Willian Roguelon. Era un venerdì il 30 giugno 2017 quando Markiv venne arrestato appena atterrato all'aeroporto di Bologna proprio per l'accusa di aver ucciso Andy Rocchelli. Prese poi il via un processo per il quale si rischiò l'incidente diplomatico, con rappresentanti del governo ucraino arrivati a Pavia per le udienze, per stare a fianco del connazionale a loro dire accusato ingiustamente. In primo grado il Tribunale di Pavia condannò Markiv a 24 anni di carcere, ma la sentenza venne ribaltata in Appello e poi la Cassazione, il 9 dicembre 2021, confermò l'assoluzione. E Markiv tornò subito in Ucraina, dove ora si apprende che sta continuando a combattere.