Virginio Rognoni e la prima intervista da Ministro dell'Interno

Giugno 1978, il ricordo di un giovanissimo Gabriele Moroni

Virginio Rognoni

Virginio Rognoni

Credo di essere stato, casualmente, il primo giornalista a parlare con Rognoni ministro dell'Interno poco prima che la nomina venisse ufficializzata. Giugno 1978. Il nome di Rognoni gira insieme con quelli di Piccoli e Zamberletti come successore di Cossiga (che si è dimesso dopo il ritrovamento del corpo di Moro) al Viminale. I sei giornalisti che compongono l'intero organico della Provincia Pavese, quotidiano di Pavia, si consultano sul da farsi. Si decide di telefonare alla Camera e di chiedere di uno dei vicepresidenti: Virginio Rognoni, appunto.

Il giovane Moroni telefona. Uno sbrigativo centralinista passa la chiamata. Rognoni risponde. "Si dice - esordisce Moroni quasi balbettando - che sarà lei il ministro dell'Interno". Da Roma una voce calma e pacata e una risposta mai dimenticata: "Sarebbe una enorme responsabilità, di quelle che fanno tremare i polsi".  La risposta viene studiata, analizzata, vivisezionata nella minuscola redazione. Si telefona a Broni al capo redattore, Giancarlo Magenta. "A gn'è a sé", tuona Magenta  in dialetto oltrepadano. "Ce n'è abbastanza". Si cercano tutte le fotografie di Rognoni. Si lavora a più mani per mettere insieme la biografia dell'illustre concittadino. Nativo di Corsico ma pavese da sempre. Centravanti grintoso nel Pavia degli anni '40. "Gingio" per gli amici. Studente del collegio Ghislieri. Politico e professore universitario. Marito di Giancarla Landriscina, donna di delicata bellezza e forte fascino. Quattro figli, Ecc. ecc. Non è ancora sera quando le agenzie battono la notizia: Virginio Rognoni è il nuovo ministro dell'Interno.