Vino adulterato in commercio. Slitta la decisione sugli indagati

Udienza rinviata per sei indagati nell'inchiesta sulla presunta alterazione del vino con sostanza chimica proibita. Decisione il 26 giugno.

Vino adulterato in commercio. Slitta la decisione sugli indagati

Vino adulterato in commercio. Slitta la decisione sugli indagati

Udienza aperta e subito rinviata al 26 giugno, per un problema burocratico. Era attesa ieri la decisione del giudice dell’udienza predibattimentale sui sei indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta alterazione del vino con una sostanza chimica proibita dalla legge. La giudice Luisella Perulli è chiamata a decidere se prosciogliere o mandare a dibattimento i sei coinvolti: si tratta dell’ex presidente di Terre d’Oltrepo Andrea Giorgi (non più in carica dal gennaio 2022), degli enologi Alessio Gaiaschi e Andrea Rossi e dei tre viticoltori Luca Bellani, Giovanni Maggi e Giovanni Covini. L’udienza predibattimentale infatti, introdotta dalla legge Cartabia, funge da udienza filtro prima del dibattimento. Sono accusati a vario titolo di frode in commercio e alterazione delle indicazioni geografiche di provenienza, perché secondo le accuse i vini provenienti dalla cantina di Broni sarebbero stati adulterati con la sostanza proibita per poi venire messi in commercio normalmente, come bevande alcoliche genuine. L’inchiesta della Procura di Pavia era culminata nel maggio 2021 con il sequestro di cinquantaduemila litri di vino rosso, poi dissequestrato, e numerose bottiglie di spumante.

L’indagine era partita da un esposto, presentato all’autorità giudiziaria da un laboratorio di analisi che aveva effettuato verifiche su un campione di vino per conto di un noto operatore della grande distribuzione. Gli accusati hanno sempre respinto ogni accusa e, alla precedente seduta, i difensori avevano chiesto per tutti il proscioglimento. L’avvocato Luca Angeleri, che difende tre degli imputati, ha commentato: "Nel corso delle indagini avevo chiesto al PM di fare controanalisi in contraddittorio, senza mai avere risposta. In udienza predibattimentale ho chiesto al giudice pronuncia di non luogo a procedere sulla base delle analisi da noi fatte effettuare da laboratori accreditati e che escludono la presenza di metossi-propandiolo come contestato", con riferimento alla sostanza chimica al centro delle accuse. Inizialmente erano state iscritte nel registro degli indagati dieci persone, poi ne sono rimaste sei.

Nicoletta Pisanu