Vigevano, la lunga guerra dei santi patroni

Ambrogio protettore di diritto, il Beato Matteo da 500 anni gli insidia il posto. Il vescovo al Vaticano: "Teniamoli tutti e due"

Il vescovo di Vigevano, Maurizio Gervasoni

Il vescovo di Vigevano, Maurizio Gervasoni

Vigevano (Pavia), 2 novembre 2019 - Da oltre cinquecento anni i vigevanesi gli sono devotissimi. Ricambiati dalla protezione che lui, il beato Matteo Carreri, ha sempre assicurato alla città. Oggi però c’è un colpo di scena: l’atto con cui la Chiesa avrebbe dovuto raccogliere la decisione dell’assemblea comunale del 1518 con il quale Gian Francesco Carreri, divenuto fra Matteo, venne nominato protettore della città, non fu mai ratificato. In altre parole il patrono di Vigevano era e resta Sant’Ambrogio.

O meglio la città ne ha due: uno di diritto e uno considerato tale. Almeno per il momento. Perché il vescovo di Vigevano, Maurizio Gervasoni, ha espresso l’intenzione di chiedere al Vaticano la nomina del beato Matteo a copatrono della città, sistemando in via definitiva una situazione non definita per oltre cinque secoli. «In effetti il patrono della città è sant’Ambrogio – conferma monsignor Emilio Pastormerlo, portavoce della Diocesi – mentre in beato Matteo venne nominato protettore della città il 6 marzo 1518 dal consiglio comunale. In sostanza – prosegue il portavoce della Curia – divenne protettore in forza della devozione e non per una decisione della Chiesa. Per questo il vescovo ha deciso di compire un passo ufficiale per mettere le cose a posto». Il culto del piccolo frate venuto da Mantova fu confermato nel 1627 da papa Urbano VII, mentre quasi un secolo dopo fu papa Benedetto XIV a conferrmare il culto e l’ufficio per l’ordine dei Domenicani, al quale il beato Matteo apparteneva, e per le diocesi di Vigevano e Mantova.

La decisione di Urbano VII fu in qualche modo forzata, visto che nel 1625 aveva proibito il culto, decisione che a Vigevano scatenò quasi una sommossa. Così tutto tornò come prima. Ma l’ultima «regolarizzazione», almeno in via formale, sembra non bastare. «Si tratta appunto di un atto formale – dice monsignor Pastormerlo – con il quale si provvederà a rendere ufficiale la situazione. Sono convinto che non sorgeranno problemi». Matteo continuerà a vegliare sui vigevanesi.