
Il primo cittadino di Vigevano Andrea Ceffa ieri davanti al Tribunale di Pavia col difensore Luca Angeleri
Vigevano, 30 aprile 2025 – È stata un’udienza interlocutoria, quella di ieri davanti al gup del Tribunale di Pavia dove sono comparsi, accusati di corruzione, il sindaco di Vigevano Andrea Ceffa, dalla fine di novembre ai domiciliari e sospeso dall’incarico; l’ex consigliera comunale di maggioranza Roberta Giacometti; l’ex amministratrice unica di Asm Vigevano e Lomellina Veronica Passarella; l’ex direttore amministrativo di Vigevano Distribuzione Gas, Matteo Ciceri; l’ex amministratore unico di Asm Vigevano e Lomellina, Alessandro Gabbi.
Nell’udienza di ieri sia Asm Vigevano sia Vigevano Distribuzione Gas si sono costituite parti civili, a differenza del Comune di Vigevano.
Per il tentativo di convincere la consigliera di maggioranza Emma Stepan a dimettersi dietro compenso di 15mila euro, sono imputati per tentata corruzione l’ex europarlamentare leghista Angelo Ciocca, l’imprenditore edile vigevanese Alberto Righini e la compagna Alice Andrighetti. Il procedimento è stato rinviato al 21 e 22 maggio.
Il 20 maggio invece si terrà l’udienza davanti al Tribunale del Riesame che valuterà la richiesta di revoca dei domiciliari da parte di Ceffa, già negata a più riprese dal gip di Pavia. E mentre si ipotizza che alcuni imputati della vicenda principale possano fare ricorso a riti alternativi, l’avvocato Luca Angeleri che assiste Ceffa conferma l’intenzione di difendersi davanti al Tribunale. “Vogliamo andare in aula e dimostrare l’innocenza del sindaco Ceffa – spiega –. Quindi non ci discosteremo dal rito ordinario. Siamo convinti della sua estraneità a una vicenda – aggiunge il legale in tono durissimo – in cui ci sono state tante porcherie che sono state ignorate o sottovalutate dalla Procura sino a oggi”.
Secondo l’accusa Ceffa avrebbe offerto, attraverso una prestanome, una consulenza da 6mila euro lordi a Roberta Giacometti per assicurarsi il suo voto in un Consiglio comunale dove, a differenza di oggi, gli equilibri erano delicatissimi. Il tutto avrebbe preso le mosse dalla cosiddetta “Congiura di Sant’Andrea” con cui la minoranza – con la sponda di alcuni consiglieri di maggioranza – aveva tentato di far cadere l’Amministrazione.
Intanto sulla vicenda interviene il gruppo civico “Vigevano Prima di Tutto” che, attraverso il portavoce Piero Marco Pizzi, definisce una “fatto gravissimo contro la città che il Comune non si sia costituito parte civile nel procedimento”.