Università, il nuovo rettore di Pavia: "Attirerò gli studenti migliori"

Fumata bianca al primo voto, in servizio da ottobre

Il saluto tra Fabio Rugge, a sinistra, e l’erede Francesco Svelto

Il saluto tra Fabio Rugge, a sinistra, e l’erede Francesco Svelto

Pavia, 31 maggio 2019 - Non era mai accaduto prima che l’Università di Pavia riuscisse ad eleggere il rettore al primo turno. Ce l’ha fatta Francesco Svelto, 53 anni, professore ordinario di ingegneria elettronica e prorettore uscente alla terza missione. Secondo quanto prevede lo statuto prenderà servizio il 1° ottobre. «Ho il tempo per metabolizzare quanto accaduto - dice scherzando -. Non mi aspettavo un simile risultato e soprattutto non pensavo potesse esserci un’affluenza record. Molti docenti sono fuori città. Evidentemente, però, c’è il desiderio di partecipare e la volontà di costruire il futuro. Questo mi infonde fiducia».

Professore, che Ateneo ha in mente per i prossimi sei anni?

«Posso dire che Università mi piacerebbe. Vorrei un Ateneo capace di attrarre i migliori studenti, ma che sia anche in grado di dialogare con il San Matteo, gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, la casa di cura Città di Pavia, il Cnao, il Cnr e lo Iuss. Ai vertici di queste istituzioni sono figure nuove, prenderò contatti con loro per pensare a progetti comuni».

L’Università è cresciuta, ha il 30% di matricole in più grazie anche al nuovo sistema contributivo. Intende mantenerlo?

«Indubbiamente, perché vorrei un’Università inclusiva per gli studenti più meritevoli con redditi bassi. Certo mi piacerebbe che il governo ci aiutasse ad incrementare il fondo».

Nel suo programma parla di internazionalizzazione.

«Vorrei un’Università sempre più internazionale in una città sempre più internazionale. Mi piacerebbe favorire gli scambi tra studenti sottoscrivendo accordi con uno o due Atenei europei, altrettanti Usa e anche dell’Africa o dell’est asiatico».

Una sorta di Erasmus allargato?

«Ma sotto la regia dell’Università, che consenta di frequentare all’estero un semestre magari per conseguire una doppia laurea».

Pavia è un Ateneo molto speciale nel panorama italiano per l’alto numero di collegi esistente. Ma i collegi vedono il loro futuro a rischio a causa del taglio dei fondi.

«I collegi sono la peculiarità del sistema pavese. Speriamo di riuscire a salvarli. Cercherò di interloquire con la Regione per questo».

Solo negli ultimi tempi l’Ateneo pavese si è un po’ aperto alla città, continuerà su questa linea?

«Certo. Abbiamo stretto un accordo con Confindustria, un altro con Eni, come prorettore ho voluto io che i ragazzi frequentassero dei periodi nelle aziende. L’Università deve essere il vero trascinatore per l’insediamento di nuove iniziative imprenditoriali ad alto contenuto di conoscenza. Un lavoro che faremo in stretta collaborazione con l’Amministrazione comunale».

Lei appartiene a una famiglia di accademici, altri sono stati rettori?

«No, sono il primo. Ho realizzato che volevo lanciarmi in questa avventura un anno fa. Essere stato prorettore mi è servito molto per conoscere bene l’Ateneo che ora guiderò. In campagna elettorale poi ho incontrato tutti i colleghi e ora so chi potrebbe affiancarmi».