Una speranza per la Moreschi Gli esuberi in calo da 35 a 25

Dall’ultimo incontro con i sindacati emerge uno spiraglio sui licenziamenti a Vigevano

Una speranza per la Moreschi  Gli esuberi in calo da 35 a 25

Una speranza per la Moreschi Gli esuberi in calo da 35 a 25

di Umberto Zanichelli

VIGEVANO (Pavia)

C’è uno spiraglio per la riduzione dei licenziamenti. La novità arriva dal secondo incontro tra le rappresentanze sindacali e la proprietà della Moreschi, uno dei brand più importanti della calzatura di lusso made in Italy, che ha avviato la procedura per il licenziamento di 35 dipendenti. L’azienda si sarebbe dimostrata favorevole a ridurre il numero degli esuberi da 35 a 25, quelli richiesti in seguito alla chiusura dei reparti di orlatura e pelletteria le cui commesse sono passate all’esterno.

Le parti si sono date appuntamento a martedì. Secondo quando trapela, l’azienda si sarebbe detta anche disposta a ricorrere agli altri strumenti indicati dai sindacati, come l’istituto della chiamata per distacco che consentirebbe ai dipendenti di andare in prova in altre aziende pur restando temporaneamente in carico alla Moreschi, con la prospettiva di assunzione nella nuova azienda e la verifica della disponibilità di lavoratori di altri reparti a lasciare volontariamente l’attività, diminuendo in automatico il numero di esubero. Quelli che resteranno in esubero dovrebbero ricevere oltre alle spettanze e al Tfr anche un incentivo all’esodo.

Insomma gli spazi per una manovra sembrano essercene dopo che la scorsa settimana, a un anno di distanza dall’annuncio, l’azienda di via Cararola aveva avviato l’iter per la riduzione del personale, decisione condizionata dall’andamento generale del mercato, dall’incombente crisi energetica e anche dagli effetti di instabilità generati dal conflitto tra Russia ed Ucraina. La crisi era iniziata nel 2008; nel 2017 l’azienda, che nel frattempo non fa più capo alla famiglia Moreschi, aveva ristrutturato il debito senza però riuscire in quell’operazione di rilancio che era alla base della scelta. Così la forza-lavoro era calata di cento unità. Nell’estate di due anni fa la proprietà è passata alla Hurlys Sa, una holding che ha sede in Svizzera. La prevista chiusura di due reparti ha portato all’esubero di 35 dipendenti, ma la prospettiva che possano essere almeno una decina in meno si fa sempre più concreta.