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Broni, truffa del Pinot alle Terre d'Oltrepo: le prime condanne

Per altri imputati la sentenza arriverà dopo il dibattimento in processo

Dopo le indagini della Guardia di Finanza erano scattati trecento avvisi di garanzia

Broni (Pavia), 15 marzo 2019 - Prime condanne, oggi, nel processo per il caso del vino contraffatto della cantina 'Terre d'Oltrepò' di Broni ( Pavia). Con il rito del giudizio abbreviato sono stati condannati a 6 anni e 8 mesi Livio Cagnoni, all'epoca direttore generale e amministratore delegato della Cantina oltrepadana, a 4 anni Piera Carla Germani, impiegata amministrativa, a 2 anni e 8 mesi Danilo Dacarro, mediatore di uve e prodotti legati alla viticoltura, e a 1 anno il conferitore di uve Diego Paolo Faravelli. Per altri imputati invece la sentenza arriverà dopo il dibattimento in processo.

L'inchiesta della Procura di Pavia era scattata nel 2014; nel luglio del 2015 c'era stato il sequestro di 170 mila ettolitri di vino e di 700 mila bottiglie. Il vino sequestrato, secondo l'accusa, non avrebbe rispettato i canoni dei marchi Doc e Igt: in particolare il Pinot grigio sarebbe stato prodotto con uve di scarsa qualità. Sono stati 51, complessivamente, i soggetti indagati: 50 privati e la società 'Terre d'Oltrepò'. Le accuse vanno dall'associazione per delinquere finalizzata alla truffa, al falso, alla vendita di prodotti con marchi ingannevoli e dichiarazione fraudolenta mediante fatture e altri documenti.