
Stabilimento Ceme
Trivolzio (Pavia), 13 febbraio 2019 - Turni più lunghi e di conseguenza più soldi in busta paga se il lavoro aumenterà, riduzioni d’orario se dovesse calare, ma anche contratti a termine che superano i 12 mesi previsti dal decreto dignità. La Ceme Spa, leader mondiale nel settore delle elettropompe a vibrazione ed elettrovalvole a solenoide con le quali si realizzano macchine per il caffè, controllata al 97% dal fondo Investindustrial, ha siglato un contratto di secondo livello che migliorerà le condizioni di lavoro dei 280 dipendenti. L’intesa, che prosegue sulla strada già tracciata sin dal 2014 e poi nel 2016 con la firma dei due precedenti accordi, pone le basi per importanti possibilità di sviluppo e crescita del gruppo, che ha tre poli produttivi (Trivolzio, Tarquinia e Zhong-Shan in Cina) con 900 dipendenti complessivi e un fatturato di 153 milioni di euro (+10% rispetto al 2016).
«L’accordo riguarda alcune deroghe al decreto dignità – ha spiegato Marino Forchin, direttore del personale di Ceme – per la durata dei contratti e la parte economica. Rispetto ai 12 mesi di contratto a termine prorogabili a 24 con un massimo di 4 rinnovi, noi abbiamo previsto contratti da 32 mesi. Già nel 2014 avevamo provato la strada della flessibilità ed eravamo cresciuti tanto da riuscire ad assumere. L’anno scorso, infatti, ha visto l’ingresso a tempo indeterminato di 48 lavoratori, di cui 24 nel solo mese di dicembre». Nel contratto l’azienda e i sindacati hanno concordato soluzioni migliorative riguardanti aspetti retributivi, condizioni utili per affrontare situazioni di incremento produttivo.
«È prevista una facilitazione nel ricorso agli straordinari se dovessero aumentare gli ordinativi – ha aggiunto Forchin –. Dai 15 turni settimanali su cinque giorni, infatti, si potrebbe passare a 20 che porterebbero una busta paga più pesante». Praticamente ai lavoratori arriverebbero almeno 500 euro in più al mese e in base all’accordo avranno 4 giorni l’anno di permesso per effettuare visite mediche e specialistiche. «La stagionalità del nostro mercato – ha proseguito il direttore del personale – prevede che da maggio a settembre ci sia il picco del lavoro, che cala da dicembre a febbraio. Nel momento in cui aumenta dobbiamo avere una squadra in più all’opera e magari istituire anche un turno domenicale su base volontaria». L’accordo siglato a Trivolzio vale per due anni e, nel malaugurato caso in cui gli ordinativi dovessero calare, prevede anche una riduzione d’orario senza preavviso. «Nel 2009 abbiamo dovuto ricorrere anche noi alla cassa integrazione – ha concluso Marino Forchin – e non possiamo fare previsioni, ma siamo in crescita. Il caffè espresso negli ultimi tempi ha raggiunto Paesi in cui si beveva solo quello lungo o il the e l’80% dei nostri clienti realizza macchine per il caffè».