Trivellazioni, la ditta Stogit chiede più tempo

La Stogit chiede al ministero più tempo, per la precisione quattro mesi. Ma se Roma non accetta la richiesta e non ci sarà proroga il progetto che prevede nuove trivellazioni a Sergnano e dintorni verrà archiviato. I venti giorni previsti dalla legge, pena la decadenza della richiesta, non sono sufficienti per l’azienda per poter fornire le integrazioni richieste in merito al progetto dei 38 nuovi pozzi di Sergnano, sonoramente bocciato la scorsa settimana. Dopo regione Lombardia, infatti, anche la commissione tecnica del ministero aveva ritenuto inadeguato quanto presentato dai proponenti e aveva richiesto l’implementazione di studi sull’inquinamento, sulla sismicitá e sull’impatto che il progetto potrebbe avere sulla salute dei cittadini, oltre che importanti integrazioni allo stesso perché una volta attuato possa garantire l’area agricola, la biodiversità e valutare gli eventuali disagi viabilistici e acustici causati al paese.

Non poca cosa, ma si sa che tutto questo era stato ampiamente previsto e dibattuto in più occasioni e su più versanti. I 120 giorni richiesti dall’azienda confermano ancora una volta di più quanto contestato dal comitato spontaneo formato dai cittadini sceso in campo per chiedere trasparenza e dire no a progetto che si era dimostrato carente sotto molti punti di vista. Se il ministero non accoglierà la richiesta di sospensiva e non concederà la proroga dei termini avanzata da Stogit, il progetto verrà archiviato e l’azienda se vorrà sarà costretta a ripresentare nuova istanza, ricominciando daccapo tutto l’iter. È attesa inoltre a giorni la risposta della commissione europea all’interrogazione avanzata dai parlamentari del Movimento 5 Stelle, che chiarirà anche se gli obiettivi dichiarati nel progetto sono coerenti con le linee di sviluppo di pubblica utilità e di transizione energetica previste dal Pniec, oppure se inseguono solo obiettivi speculativi da parte dell’azienda.

Pier Giorgio Ruggeri