
Pendolari in stazione
Stradella, 8 febbraio 2017 - «Il treno viaggia con 37 minuti di ritardo perchè ha dovuto effettuare degli incroci lungo il percorso». È uno dei messaggi, ricorrenti, che un pendolare della linea Stradella–Milano può ritrovarsi sullo smartphone o sentire, stazione dopo stazione, in questo inizio d’anno a dir poco disagevole nei trasporti su rotaia. E c’è chi sta facendo una raccolta di questi messaggi mentre altri hanno deciso per una protesta più plateale: decine di mail, ogni giorno, all’indirizzo di posta elettronica dell’assessore regionale ai Trasporti, Alessandro Sorte. Colpa dei tanti ritardi (anche 18 volte sul totale di 28 che sono, poi, le corse giornaliere Stradella–Milano e viceversa), spesso con treni sporchi e freddi, ma l’incubo, da alcune settimane, è un altro: la soppressione del treno: «Si arriva in stazione e si scopre, inizialmente, che c’è un ritardo di una decina di minuti. Poi aumenta fino a 30 o 40 minuti e appare la scritta ‘soppresso’», fanno sapere i pendolari attraverso i post pubblicati sui social. Il 1 febbraio è successo quattro volte, fra il primo pomeriggio e la serata. A una pendolare di Stradella che aveva inoltrato regolare reclamo per la cancellazione di due treni, è arrivata la risposta con questa motivazione: «La soppressione è avvenuta per motivi commerciali».
La mail spedita da Trenord è di pochi giorni fa. Guasti ai treni (più probabile) che, in qualche caso, hanno mezzo secolo di servizio e guasti lungo la linea sono le cause prevalenti del fenomeno che essendo diventato la consuetudine, non è più nemmeno tale. Quattro i treni maggiormente a rischio di cancellazione: quello in partenza da Stradella alle 6,47 e, in qualche caso, anche quello delle 7,19 (cambio a Bressana Bottarone), in senso inverso lo spauracchio riguarda il treno 10583 che parte da Rogoredo alle 17,05, ma la paura diventa adrenalina quando viene cancellato il treno 10599 che parte da Rogoredo alle 21,05 ed è l’ultimo utile per poter rientrare. Da novembre a fine gennaio è capitato sei volte. «Certo i treni sono vecchi e si rompono. Poi la manutenzione ormai si fa quando il treno si ferma – fa sapere, in modo anonimo un ferroviere – ma ci sono anche problemi organizzativi». Basta che un macchinista si ammali e non sempre si riesce a trovare un sostituto.