Tragedia del Mottarone, spunta la registrazione di un colloquio

La Procura ha depositato il file audio che sarà ascoltato oggi al Riesame: si parla dei forchettono

La prima udienza del processo a Tel Aviv. Si torna in aula a fine ottobre

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Stresa (Verbania) 29 settembre 2021Sarà discusso questa mattina davanti al Tribunale del Riesame di Torino il ricorso presentato dalla Procura di Verbania contro la mancata convalida, il 29 maggio, da parte dell’allora gip dei tre fermi disposti nei confronti degli indagati Gabriele Tadini, Luigi Nerini ed Enrico Perocchio. All’origine del rinvio da ieri a oggi c’è l’approfondimento dei contenuti delle dichiarazioni di un nuovo teste. La pm Olimpia Bossi, infatti, ha depositato la trascrizione testuale di una conversazione tra due dipendenti della società di gestione Ferrovie del Mottarone (pare che uno dei due sia Gabriele Tadini, il caposervizio della funivia, che ha ammesso di avere inserito i cosiddetti “forchettoni“ che inibiscono il funzionamento dell’impianto frenante di emergenza) che è stata registrata con un telefonino e messa a disposizione della magistratura da un altro ex dipendente della funivia. L’uomo si sarebbe rivolto ai carabinieri all’inizio di giugno. Il contenuto della conversazione, che la Procura ritiene importante, è stato trascritto e depositato agli atti. Il contenuto aggiungerebbe elementi intorno a una delle domande centrali dell’indagine: i superiori di Gabriele Tadini erano o meno a conoscenza dell’utilizzo dei “forchettoni“? I difensori hanno chiesto di ascoltare il file audio originale della conversazione. Da qui la decisione di aggiornare a oggi l’udienza, quando il cd sarà portato a Torino dai magistrati. L’inchiesta sulla strage alla funivia del Mottarone del 23 maggio, che ha provocato la morte di 14 persone, vede 14 iscritti nel registro degli indagati: 12 persone e 2 società, Ferrovie del Mottarone e Leitner, l’azienda che si occupava della manutenzione dell’impianto. Tre gli indagati già noti: ci sono il caposervizio Gabriele Tadini, ai domiciliari, Luigi Nerini ed Enrico Perocchio. Inoltre rientrano Seeber Anton, presidente del Cda della Leitner, e Martin Leitner, consigliere delegato. Indagato pure Peter Rabansen, responsabile dell’assistenza clienti Leitner e delegato per l’ambiente e la sicurezza relativa agli impianti a fune insieme a Rino Fanetti, il dipendente Leitner. I reati contestati, oltre all’omicidio colposo e alle lesioni colpose, comprendono anche l’attentato alla sicurezza dei trasporti. Dopo i 15 metri della fune sarà presto rimossa anche la cabina che, insieme alla scatola nera, dovrebbe aiutare a fare luce sulle cause dell’incidente, ammesso che il maltempo non abbia compromesso il materiale utile per le indagini.