Torre del Gallo, presidio anti-suicidio: "A Pavia una delle carceri peggiori"

Associazioni e familiari dei detenuti: nel reparto psichiatrico reclusi sedati

Torre del Gallo, presidio anti-suicidio: "A Pavia una delle carceri peggiori"

Torre del Gallo, presidio anti-suicidio: "A Pavia una delle carceri peggiori"

Hanno chiesto "meno carcere e più pene alternative" i rappresentanti delle associazioni “Il gabbiano“, “Sbarre di zucchero“ e “Unione regionale per la salute mentale“ che ieri mattina hanno tenuto un presidio davanti al carcere di Pavia. Sono arrivati da diverse località italiane per dire “Basta suicidi in galera“. Sono 31 infatti le persone che si sono tolte la vita dietro le sbarre degli istituti di pena italiani solo nel 2024, in 32 anni sono morti suicidi 1.754 detenuti. "Pavia è uno dei carceri peggiori – ha detto Micaela Tosato, vicepresidente di “Sbarre di zucchero“ – dove è morto Jordan Jeffrey Baby, il rapper di 26 anni che era stato rimandato in carcere per una sciocchezza e a Pasqua si è tolto la vita un altro detenuto".

Il gruppo, dopo aver letto al megafono i nomi di tutti coloro che hanno deciso di farla finita in cella, con gli striscioni ha chiesto pene alternative e con i cartelli di curare i detenuti con doppia diagnosi rinchiusi nella Sezione protetti, di non sedarli, di consentire loro di telefonare più spesso a casa e di non collocarli in isolamento. "Questi ragazzi devono essere curati – ha aggiunto Tosato – non devono sentirsi abbandonati. Pavia è una delle due carceri della Lombardia ad avere un reparto psichiatrico dove i detenuti vengono sedati anziché seguiti e curati come dovrebbero. Si valutino soluzioni alternative al carcere".

Davanti a Torre del Gallo anche la mamma di un detenuto che ha tentato di togliersi la vita impiccandosi. "Fortunatamente è stato scoperto in tempo – ha aggiunto Micaela Tosato – Ma dopo un paio di giorni di coma farmacologico è stato riportato dietro le sbarre, nella sua stessa cella. Eppure aveva tentato il suicidio il giorno dopo la fine scelta anche da un altro detenuto. Per questo motivo diciamo che non c’è più tempo, bisogna intervenire. Spesso i suicidi o i tentativi di suicidio non vengono neppure comunicati ai familiari o non accade tempestivamente. Non è giusto".

Secondo “Antigone“ il carcere di Pavia, a fine febbraio, aveva un tasso di affollamento del 126%, con 650 persone detenute a fronte di 515 posti disponibili.

M.M.