MANUELA MARZIANI
Cronaca

Ecco il tessuto "miracoloso" che parla pavese

Mirella Civardi e Cristina Sabbadini hanno creato la start up ‘Respect life’ che produce una fibra in polipropilene ambita da crociere e grandi marchi

Cristina Sabbadini e la collega Mirella Civardi

Pavia, 24 novembre 2016 - La malattia le ha fatto conoscere quanti pericoli d’infezione si possono incontrare in ospedale. Le competenze tecniche l’hanno aiutata a studiare con passione come rimediare alla situazione e poi un incontro importante ha fatto il resto. È nato così un tessuto tecnologico batteriologico innovativo che è stato brevettato e può essere impiegato per realizzare biancheria, divise, pigiami e articoli sportivi facendo anche il bene dell’ambiente. A crearlo due donne con storie diverse, Mirella Civardi e Cristina Sabbadini che insieme hanno dato vita alla ‘Respect life’, una start up seguita fin dai suoi primi passi dalla Camera di commercio di Pavia.

"Si chiama Respect life perché il nostro tessuto rispetta la fisiologia, l’ambiente e aiuta la salute" dice Mirella Civardi. Il tessuto utilizzato è polipropilene, uno scarto del petrolio che finora ha avuto scarso interesse commerciale ed è stato utilizzato o per realizzare materie plastiche oppure seppellito sotto le sabbie del deserto. "Noi lo abbiamo lavorato – prosegue Mirella Civardi – e abbiamo creato un tessuto antiacaro, batteriostatico, anallergico e traspirante". L’idea a Civardi, che lavora nella struttura di Ingegneria clinica del San Matteo, è venuta proprio in ospedale dove le lenzuola si rovinano facilmente. "Questo tessuto, invece – fa notare Sabbadini, che ha cominciato a lavorare nel negozio di abbigliamento del padre – non assorbe la macchia. Se si sporca, si lava a 30 gradi con del semplice sapone di Marsiglia. Lo abbiamo testato con vino, caffè e anche sangue secco". Idrorepellente, ignifugo, più traspirante del cotone, elastico senza dover usare elastam, se si dovesse rovinare, potrebbe essere gettato nel sacco della plastica. "Abbiamo approntato la tela – prosegue Cristina Sabbadini -, il nido d’ape e siamo anche riusciti a tingere il tessuto, che non era mai riuscito a nessuno prima".  A breve una compagnia di navi da crociera dovrebbe utilizzare il ‘Respect life’ made in Pavia sulla propria flotta, ma anche Golden Lady si è mostrata interessata alla versatilità del prodotto. E ieri lo sono stati anche alcuni buyer stranieri che le imprenditrici hanno incontrato a Palazzo Vistarino. I ‘match’, uno dei 500 che l’ente camerale ha organizzato in due anni per i 5 settori merceologici, sono stati l’occasione per far incontrare l’offerta pavese con i compratori stranieri. L’obiettivo era dare ossigeno al settore che in provincia nel secondo trimestre 2016 ha visto calare di 3 milioni l’abbigliamento esportato, mentre i filati sono passati da 28 a oltre 30 milioni di euro.