Terre d’Oltrepò replica all’ex patron: non c’è stato alcuno spreco di risorse

Broni, Bosini al contrattacco dopo le parole di Giorgi. Intanto da gennaio sarà contratto di solidarietà

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di Pierangela Ravizza

"Noi abbiamo agito per tutelare l’azienda ed un marchio su cui è stato investito molto. E poi c’è chi dimentica che c’è uno statuto di Terre d’Oltrepò ed un articolo (l’articolo 12) che contempla l’azione nel caso di chi, con la propria attività, danneggia la società". Il vice presidente di Terre, Emilio Bosini replica in maniera decisa alle dichiarazioni rilasciate dall’ex presidente Andrea Giorgi all’indomani del proscioglimento dall’accusa di diffamazione nei confronti del colosso vitivinicolo lombardo per una vignetta apparsa su un social e dopo la decisione del Tribunale delle Imprese di sospendere la delibera con la quale l’azienda agricola di Giorgi era stata esclusa dai soci. "Nessuno e tanto meno noi entriamo nel merito delle decisioni della magistratura, ma mi sembra molto triste che chi ha ricoperto incarichi di vertice si lasci andare a certi atteggiamenti. Come pure – aggiunge Bosini – è per lo meno singolare che voglia essere reintegrato come socio in una cooperativa dove 300 soci gli hanno votato contro". Giorgi era stato sfiduciato dall’assemblea dei soci che, poi, aveva eletto un nuovo CdA. Emilio Bosini, bronese doc, era stato, anche prima della mozione di sfiducia, sempre molto critico verso la gestione Giorgi. "Quanto avvenuto il 21 gennaio scorso è stato un vero plebiscito per il cambiamento" aggiunge Bosini. E che la diatriba fra l’attuale CdA e l’ex presidente possa avere un seguito anche in termini legali, viene ritenuta molto probabile. "Per noi non è finita – sottolinea Bosini - altro che sperperare risorse in modo inutile, noi vogliamo tutelare soci ed il futuro della cantina". In un momento, oltretutto, delicato: ieri c’è stata un’assemblea dei dipendenti (68) con i vertici di Terre per discutere del contratto di solidarietà che dovrebbe partire il prossimo 1 gennaio, riguardare tutti a rotazione e durare due anni. "Ci sono stati vari fattori di cui non è possibile non tenerne conto – prosegue –. Ad esempio un calo nel conferimento delle uve per condizioni climatiche avverse (causa siccità e grandinate conferiti 275mila quintali, assai meno dello standard passato di circa 400mila quintali, ndr) e poi, in questa situazione di mercato non c’erano altre alternative questa è la soluzione più indolore e fa seguito ai sacrifici chiesti ai soci. Alcuni dipendenti, nel frattempo, matureranno i requisiti per la pensione".

Intanto, però, circola voce che alcuni soci vogliano recedere o abbiamo già chiesto di farlo: "Per la precisione si tratta di 4 soci sul totale di oltre 600. Non mi sembra una cosa eclatante. E dovremo valutare il rispetto degli obblighi statutari. Ma – avverte Bosini – occorre sia più compreso e condiviso, anche rispetto al passato, il significato di appartenenza all’azienda. Cosa un po’ difficile, purtroppo, in Oltrepo". Rispetto a 40 anni fa, in Oltrepo si è passati da 7 cooperative del vino a due. Broni, da sola, ne ha raggruppato tre ovvero San Saluto a Broni, la storica Svic di Casteggio e la cantina “La Versa“ a Santa Maria della Versa.