Terre d’Oltrepò, "evitare ripercussioni sull’attività"

Stando alle indiscrezioni intanto è probabile che per il nuovo Cda si candidi una sola lista unitaria

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Non c’è ancora la data per la nuova assemblea dei soci che dovrà eleggere i componenti del Cda dopo la mozione di sfiducia che ha azzerato i vertici del colosso Terre d’Oltrepò. Sette giorni dopo l’esito, clamoroso, dell’assemblea straordinaria durata sei ore e conclusasi con il verdetto di sfiducia, il collegio sindacale non ha ancora reso noto la data.

L’ipotesi del 18 o 19 febbraio circolata qualche giorno fa non trova conferma. Intanto sulla vicenda interviene l’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi (nella foto). "Trattandosi di una cooperativa è ovvio che siano i soci a decidere – dice Rolfi –. Forse si poteva evitare uno strappo così drastico? Secondo alcuni sì, e mi dicono che fosse pronto anche un piano industriale ambizioso, ma dalla decisione dei soci non si prescinde. L’importante che non ci siano ripercussioni sull’attività, Terre non è una piccola cantina". In effetti qui (o meglio negli enopoli di Broni, Casteggio e Santa Maria della Versa) viene conferito oltre il 50% di tutta la produzione di uva dell’Oltrepo Pavese.

Fra le critiche ai vertici, il non aver valorizzato adeguatamente la vendita in bottiglia: "Indubbiamente questa è una strada da percorrere per arrivare a una giusta remunerazione delle uve – osserva Rolfi –. Ma immaginare che si possa fare a meno dello sfuso, dati i volumi, lo trovo difficile se non impossibile. Bisogna fare i conti con le esigenze del mercato". Stando alle indiscrezioni, intanto, per superare anche le polemiche che si sono susseguite prima, durante e dopo l’assemblea in cui è stata votata (310 a 153) la sfiducia, è sempre più probabile che per il nuovo Cda si presenti una sola unitaria lista.

Pierangela Ravizza