
Il Comune di Pavia
Pavia, 9 aprile 2019 - Due sentenze, due ricorsi rigettati: il Tar ha dato ragione al Comune di Pavia, in due distinti procedimenti amministrativi avviati contro l’ordinanza del 23 ottobre 2014 che regolamenta gli orari di apertura al pubblico delle sale giochi e di utilizzo dei videopoker. Il provvedimento di Palazzo Mezzabarba è una misura di contrasto alla ludopatia e prevede che si possa giocare d’azzardo dalle 10 alle 13 e dalle 18 alle 23 tutti i giorni, festivi compresi.
Con sentenza pubblicata il 2 aprile, il Tar di Milano ha rigettato il ricorso di due privati che contestavano «l’assenza di copertura normativa e l’inadeguatezza delle misure adottate, la carenza di motivazione e di istruttoria; effetti distorsivi delle misure adottate ed eccesso di potere per contraddittorietà». Le parti ricorrenti hanno anche impugnato la delibera del 22 marzo 2018 con cui il Comune adottava il «Regolamento per la prevenzione e il contrasto delle patologie e delle problematiche legate al gioco d’azzardo»: norme che confermavano la disciplina degli orari stabilita in precedenza e introducevano il distanziometro, cioè il divieto di installare apparecchi per il gioco a meno di 500 metri da luoghi sensibili, come le scuole.
I ricorrenti lamentavano «la violazione del principio di proporzionalità» e «il sostanziale effetto espulsivo del distanziometro, in forza del quale sarebbe sostanzialmente preclusa qualsivoglia nuova installazione di apparecchi nel territorio comunale di Pavia». Il Tar ha ritenuto infondato e in parte inammissibile il ricorso e ha condannato i ricorrenti al pagamento delle spese di lite per 4.000 euro, oltre a 2.000 in favore del Comune e in favore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli.
Nella sentenza pubblicata il 13 marzo, il Tar di Milano si era già espresso rigettando il ricorso di Snaitech S.p.A. (già Snai S.p.A.) che aveva impugnato la stessa ordinanza sulla disciplina degli orari. In questo caso, il Tar aveva accolto l’eccezione sollevata dal Comune, che rivelava come Snai non si occupasse della gestione delle sale gioco e delle macchinette. Il Tar ha condannato la società al pagamento delle spese di lite per 3.000 euro in favore del Comune di Pavia e 1.000 euro in favore della Regione Lombardia.